Valerio Scanu: “Non studiano e sono stonati come campane”

"L'autotune è diventato strumento per intonarsi".

Valerio Scanu Non studiano sono stonati come delle campaneValerio Scanu Non studiano sono stonati come delle campane
Musica

Valerio Scanu intervenuto al podcast di The Man under the Hood parla del suo rapporto con i fan. L’ex concorrente di Amici ha espresso opinioni forti riguardo all’uso dell’autotune e alla preparazione degli artisti contemporanei: “Che da strumento per realizzare effetti è diventato strumento per intonarsi. Adesso non studiano, non si allenano, sono stonati come delle campane e ce li vogliono far passare come grandi fenomeni”. 

Come passare da Valerio Scanu a Blanco?

Oggi un suo ex ammiratore segue assiduamente un altro artista: “Si faceva 200 mila concerti. Passata l’epoca Scanu adesso segue un altro artista. Sono quelli che passano dallo stalking al niente. Adesso stanno stalkerando un altro artista che con me non ha niente a che vedere. È uno di quelli che usano tanto l’autotune, però c’ha la tartaruga. Si esibisce anche a petto nudo. Diciamo che è uno spacca-rose. Ma che cazzo c’entra? Mi chiedo, ma che cosa avete sentito di me fino a ieri? O vi siete drogati prima quando sentivate me, o vi state a drogare adesso”.

Il rapporto con i fan e l’esperienza ad Amici

Valerio Scanu ha raccontato di aver dato troppa confidenza ad alcuni fan: “Quando si è eccessivamente esposti è un rischio, non si capisce bene se una cosa può essere amicizia. Ho un buon rapporto con i fan, ultimamente qualcuno si è perso, però ho sempre avuto una fanbase abbastanza forte. A volte ho sbagliato, ho dato confidenza, ho permesso di entrare nella mia vita, a casa, a gente che non ne era meritevole. I fan sono importanti, ma è giusto che rimangano tali”. Ricordando la sua esperienza ad Amici: “È stato esattamente come lo sognavo. A quei tempi facevamo ascolti allucinanti, anche quello che non arrivava al serale campava di serate. Oggi arrivano che sono già strutturati ma di sostanza e gavetta ce n’è poca. Il ballo è rimasto meritocratico”.

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