Samuele Carrino, che interpreta Andrea Spezzacatena nel film Il Ragazzo dai Pantaloni Rosa, ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera, dove ha condiviso le sue riflessioni sul ruolo che ha avuto nel film. L’attore ha voluto indirizzare un chiaro invito a tutti i giovani: “Non restare indifferenti. Se vedi qualcuno in un angolo, isolato, cerca di aprire un varco, prova a renderlo partecipe, a inserirlo. E a chi viene bullizzato di non stare in silenzio, di trovare qualcuno con cui parlare. Perché quello che ha ucciso Andrea è stato il silenzio”. Il film, diretto da Margherita Ferri racconta la triste storia di Andrea, il quindicenne che nel 2012 si tolse la vita dopo aver subito atti di bullismo e cyberbullismo omofobo a scuola.
Non è stato facile
“Ho fatto un provino ma non conoscevo la storia di Andrea, ho chiesto a mia madre e mi ha mostrato un video di Teresa. Ho pianto, mi ha fatto stare male. Aveva la mia età. Come si può arrivare a questo? Se mi prendono, mi sono detto, ci metterò anima e cuore. Pensavo di essere pronto. Pronto a tutto, meno che all’incontro con lei. È venuta sul set, ho incrociato i suoi occhi, mi sono presentato. E non sono riuscito a andare avanti. Ci ha pensato Teresa a rendere le cose semplici. E dopo mi ha detto che ha rivisto Andrea in me, il complimento più grande. Avevo una grandissima responsabilità addosso, perché essendo una storia vera non è stato facile renderla sullo schermo.“
“I bulli sono usciti allo scoperto”
L’anteprima romana del film è stata segnata da un episodio spiacevole, alcuni studenti hanno interrotto la proiezione con applausi di scherno e insulti omofobi: “Sono rimasto deluso, poi ho pensato che la cosa buona è che i bulli sono usciti allo scoperto. A volte ci si comporta così per un disagio. Vorrei dirgli di immedesimarsi. Pensi che sia un gioco, prendere in giro qualcuno, ma può diventare un tormento. I social possono essere pericolosi. Però su TikTok è partito un trend con i video di prima e dopo la visione, dove ci si mostra commossi. È l’esempio di come si possono usare bene i social. Abbiamo fatto tante proiezioni con il pubblico, ragazzi, professori, adulti, sempre sentivo singhiozzare: vuol dire che il film arriva e dà il messaggio giusto. A Gallipoli dove sono nato, alcuni ragazzi si sono uniti e hanno denunciato alla preside che erano bullizzati“.