Ye, precedentemente noto come Kanye West, ha pubblicato un brano con sua figlia North e Sean Diddy Combs su X intitolato Lonely Roads Still Go to Sunshine. La pubblicazione avrebbe sollevato il disappunto di Kim Kardashian, con la quale Ye ha avuto sua figlia. In uno scambio di messaggi riportato da TMZ, la Kardashian spiega la sua volontà di proteggere North, viste le recenti accuse legate alla figura di Puff Daddy, attualmente detenuto.
La canzone su X
Sabato 15 marzo, il rapper quarantasettenne Ye è ha pubblicato sul suo account X il brano intitolato Lonely Roads Still Go to Sunshine. La canzone, della durata di quasi cinque minuti, si apre con quella che sembra essere una conversazione telefonica tra lui e Diddy. “Vorrei solo ringraziarti tanto per esserti preso cura dei miei figli, amico”, si sente dire alla voce che dovrebbe appartenere a Combs. “Nessuno li ha contattati, nessuno li ha chiamati”. Poi la risposta di Ye: “Certamente, ti amo così tanto amico. Mi hai cresciuto. Anche quando non ti conoscevo, capisci cosa intendo?”. Nella didascalia scritta dal rapper, una breve presentazione: “LONELY ROADS STILL GO TO SUNSHINE nuova canzone di PUFF DADDY feat. Suo figlio KING COMBS mia figlia NORTH WEST e la nuova artista Yeezy di Chicago Jasmine Williams”.
La reazione di Kim Kardashian
Secondo TMZ, Ye ha anche condiviso degli screenshot, ora cancellati, di una conversazione via SMS tra lui e la madre di North, Kim Kardashian. Quest’ultima avrebbe detto a Ye di aver registrato il nome della figlia nel tentativo di impedire l’uscita della canzone. “Non ti parlerò mai più”, avrebbe replicato il rapper secondo quanto riportato da TMZ. Poi la Kardashian: “Ti ho chiesto all’epoca se potevo registrare il suo nome come marchio. Hai detto di sì. Quando avrà diciott’anni, sarà suo. Quindi basta. Ho inviato la documentazione in modo che non comparisse nella canzone di Diddy per proteggerla. Una persona deve registrare il marchio!”. TMZ ha anche riferito che Kim Kardashian avrebbe detto che lei e Ye avevano un accordo per registrare come marchio tutti i nomi dei loro figli quando fossero nati “in modo che nessun altro li avrebbe potuti usare”.