Raf commenta la scena musicale contemporanea e lancia una denuncia “per il sovraccarico psicofisico” a cui sono sottoposti oggi gli artisti. Il cantante ragiona sullo stato attuale della produzione e della fruizione musicale. E sui tanti colleghi costretti a dire ‘stop’ a causa dello stress.
Un momento di confusione
“Oggi la musica è indigesta, sugli artisti troppa pressione. Se non fai tre o quattro singoli in un anno, si dimenticano di te”, ha dichiarato Raf all’Adnkronos. Il cantante ha poi sottolineato che quelli della sua generazione avevano molto tempo a disposizione per fare un album mentre “quelli di oggi fanno uscire brani in continuazione. E poi serve cercare un tormentone estivo e uno invernale“. Un approccio, che “rispecchia la tendenza del nostro tempo a consumare tutto velocemente e poi buttare via“, sottolinea Raf, ed per questo motivo che oggi “è difficile trovare un artista che sia un modello o che abbia rivoluzionato qualcosa. La musica è in un momento di confusione, gli artisti di oggi faranno una storia un po’ diversa rispetto a quelli del passato, inteso fino agli anni Novanta. Penso che in futuro i ricordi dei cantanti di oggi saranno più confusi“.
L’industria musicale
Raf ha sottolineato che “la differenza l’ha fatta l’avvento degli smartphone: ha cambiato completamente le regole sia del fare musica sia della fruizione. I ragazzi non ascoltano la canzone fino in fondo, dopo il primo minuto decidono se gli piace o non gli piace“. Sono molti gli artisti che hanno scelto di prendersi una pausa (tra cui Billie Eilish, Ed Sheeran, Sangiovanni e Adele). “Il problema sta nell’industria musicale, che richiede sempre il massimo delle tue prestazioni, ed è molto stressante”, ha continuato Raf. “Io mi sento più stressato rispetto a prima, ma non mi rassegno a fare musica usa e getta”. Occorre “produrre tanto con poco tempo a disposizione. Nell’arco di un anno, un artista deve tirare fuori tre o quattro singoli perché poi si dimenticano di te“. E come se non bastasse “devi pensare anche a collaborare con altri artisti”. Infine Raf osserva che ai concerti c’è più presenza. “Molte persone sono disposte a pagare un biglietto pur di riprendere l’evento con il telefonino e dire a tutti ‘io c’ero“. L’artista è convinto che se non ci fossero gli smartphone “ci sarebbe più selezione e meno partecipazione”.