Matteo Mariotti, il giovane di Parma che il 9 dicembre dell’anno scorso è stato azzannato da uno squalo in Australia, perdendo una gamba, è arrivato all’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna. Qui inizierà la sua terapia per poter camminare di nuovo.
L’incidente
L’incidente è avvenuto mentre Mariotti si trovava sulla Gold Coast, nella parte orientale dell’Australia. Secondo il suo racconto, stava nuotando a circa 50 metri dalla riva quando lo squalo tigre gli ha strappato il polpaccio e il piede dal corpo. Fortunatamente è stato prontamente soccorso da un amico, infermiere e maestro di sub, che gli ha di fatto salvato la vita. “Non ero in acque profonde, ero vicino alla riva, quando ho sentito il morso. Forse era uno squalo tigre. In un momento mi ha portato lontano dalla riva ed ho veramente pensato che era finita. La telecamera che avevo addosso ha continuato a filmare ed ho salutato tutti perché non pensavo veramente di sopravvivere. Adesso devo pensare a guarire, sono in ottime mani e vorrei tornare alla mia vita, al mio sport e tornare anche in Australia, una terra bellissima”.
Gli hater
“Ero convinto di non farcela” racconta ancora Matteo “Molti mi hanno sostenuto, la mia famiglia, i miei migliori amici e tanti sconosciuti che mi hanno trasmesso amore e li voglio ringraziare. Purtroppo c’è stato anche odio nei miei confronti, sono state dette cose false, in modo ingiusto, è successo per una raccolta fondi che hanno lanciato i miei amici destinata a me, per la mia vita futura in cui avrò bisogno di aiuto”. Mariotti ha dichiarato, inoltre, di sentirsi vittima di accuse ingiuste, poiché da quando la sua vicenda è diventata di dominio pubblico, si sono scatenate le reazioni sul web e non tutte positive: “Mi ferisce tanto l’odio delle persone che mi è stato scagliato contro, cose false dette contro di me, molte menzogne, lo so che quando si diventa virali esistono gli hater, ma io non ho colpe”.
La raccolta fondi
Gli amici del giovane, che ha subito l’amputazione della gamba, hanno lanciato una raccolta fondi su GoFundMe per pagare le spese mediche, e anche pensando alle tante difficoltà che Matteo dovrà affrontare in futuro in seguito a questo incidente. Matteo è ricoverato all’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna, dove sarà sottoposto ad altri interventi chirurgici per adattare l’arto rimasto a una protesi. Cesare Faldini, direttore della clinica ortopedica, utilizzerà su Matteo la tecnica della cosiddetta “protesi immediata”, protesi che sarà costruita appositamente per lui nell’ istituto e che permetterà al ragazzo di compiere i primi passi; poi ci sarà una protesi temporanea e, successivamente, quella definitiva.
Le accuse di Selvaggia Lucarelli
Chi si è scagliato maggiormente contro Matteo, o più precisamente contro la raccolta fondi, è stata Selvaggia Lucarelli, che in un articolo si è espressa con termini molto duri a riguardo, anche se – a sua detta – non si è trattato di un attacco, ma avrebbe semplicemente “sollevato delle domande”. La Lucarelli, in particolare, critica le finalità e le modalità di questa raccolta fondi e quella che lei definisce “poca trasparenza”: “Gli amici vogliono che Matteo si compri la migliore protesi del mondo e non quella che passa la ASL? Benissimo. Tutto questo però non può essere spacciato per “spese mediche” e le raccolte si aprono quando si hanno preventivi e quando si ha idea della destinazione del denaro.” Di fatto, dopo le parole della Lucarelli, la raccolta fondi è stata bloccata, dopo aver raggiunto la cifra di 61 mila e 600 euro.
La risposta di Matteo
Di fatto, sembra che la Lucarelli abbia dato il via a una vera e propria ondata di odio che avrebbe travolto via social Matteo, che decide di rispondere alla giornalista: “Selvaggia, hai proprio fatto un grande errore con me, il male che mi hai fatto non lo puoi nemmeno immaginare. Tu paragonata a uno squalo sei più pericolosa, mi ha trasmesso male in un momento della mia vita in cui non ne avevo bisogno, non ho fatto nulla per dover ricevere questo”.