Catherine Zeta-Jones parla al settimanale F della sua relazione con Michael Douglas, uomo che definisce l’amore della sua vita. L’attrice racconta anche di aver vissuto un periodo di separazione che però si è rivelato utile a chiarire le idee ad entrambi. “Non potevamo vivere uno senza l’altra. Michael è la mia luce nell’oscurità e io la sua”, spiega.
L’amore della vita e la separazione utile
“Fortunatissima nel cinema, anche perché così ho conosciuto Michael, l’amore della mia vita. Abbiamo costruito una famiglia unita, capace di fronteggiare i tanti problemi che ci si sono presentati”. Catherine Zeta-Jones e Michael Douglas sono senza dubbio una tra le coppie più solide di Hollywood. Insieme hanno affrontato anche momenti duri, come il cancro dell’attore e la sua lotta contro la depressione. Tra tutte le difficoltà, però, i due si sono sempre ritrovati. “Non solo, abbiamo vissuto anche una separazione”, racconta l’attrice. “Una scelta che, in realtà, è stata vincente: stare lontani per un po’ ci è servito a chiarirci le idee e a capire che non potevamo vivere l’uno senza l’altra. Michael è la mia luce nell’oscurità e io la sua”.
Dal 1988 a oggi
“Lui aveva una fama da playboy e, anche se fra noi è stata subito attrazione fatale, non riuscivo a credere a un suo interesse serio”, racconta l’attrice parlando del primo incontro con Douglas al Festival di Deauville nel 1988. “Sapevo però che volevo una relazione e una famiglia. E l’ho preteso, anche perché ho sempre odiato perdere tempo”, spiega. “Non ho mai voluto essere considerata una ‘moglie trofeo’, ma essere considerata per me stessa, come persona e per il mio lavoro, essere una brava artista e una brava madre. E mi sono imposta: sono gallese, ho un temperamento sanguigno e volitivo. Mi spaventava l’idea di essere solo bella, senza spessore”. E del tempo che passa l’attrice non crede sia un problema. Catherina Zeta-Jones non è preoccupata: “Non mi preoccupa l’età. Anche perché mi ispiro a donne come Catherine Deneuve o Isabelle Huppert. E poi, io vengo dal teatro: nel caso Hollywood mi giudicasse troppo vecchia per lavorare, posso sempre tornarci”.