Paulina Porizkova: “Giovinezza non vuol dire bellezza”

“L'accettazione di sé è saper affermare i propri desideri”.

Paulina Porizkova: “Giovinezza non vuol dire bellezza”Paulina Porizkova: “Giovinezza non vuol dire bellezza”
Protagonisti

Modella sessantenne, Paulina Porizkova parla di come l’età, le rughe e i capelli grigi facciano parte delle donne senza intaccare la loro bellezza: “Giovinezza non vuol dire bellezza”. In una lunga intervista a Vanity Fair, il volto di Estée Lauder dal 1988 al 1995 torna a lavorare per il brand in una campagna che promuove l’accettazione di sé. “L’accettazione di sé è saper affermare i propri desideri e saperlo ti rende una persona migliore”.

Accettarsi

Molti uomini perdono i capelli, nota la modella, ma grazie all’iconico Bruce Willis, in un certo senso, rasarsi la testa si è trasformato in un canone di bellezza. “Dovrebbe essere così anche per le donne e le loro rughe, abbracciarle e dire questo è il mio viso, questo è il mio aspetto, questa è la mia scelta di potere”, spiega. “È vero, potrei andare da un medico e farle eliminare tutte domani e va benissimo lo stesso, se mi fa sentire meglio, ma ognuna deve sentirsi libera di fare quello che vuole”.

E le sue rughe? “È quasi come se fossero una dichiarazione di ribellione. Sento che mi danno una certa sicurezza, mi fanno sentire così bella”. Il motivo per Paulina Porizkova è semplice: “invecchiare è vita, perché l’alternativa all’invecchiamento è la morte!”. Il messaggio che vuole portare nella campagna di Estée Lauder, dunque, è di accettazione, un modo non soltanto per poter riconoscere ed esprimere i propri desideri ma per migliorarsi. “L’accettazione di sé, credo, è saper affermare i propri desideri, e saperlo ti rende una persona migliore perché conosci i tuoi limiti e gli altri non devono indovinare, puoi comunicarli senza agitarti”.

La bellezza oltre i canoni

“Ho lavorato negli anni ’80 quando la carriera di modella finiva a venticinque anni e poi andavi in ​​pensione. Non potevi nemmeno iniziare a ventuno o ventidue anni perché eri già troppo vecchia. Ai tempi il nostro lavoro era incredibilmente limitato dall’età”, spiega Paulina Porizkova. Il canone di bellezza nel tempo si è trasformato stringendosi sempre più al concetto di giovinezza, assenza di rughe e segni tipici dell’età. “Poi il mondo non è andato in questa direzione, perché gli interventi estetici sono diventati più economici e più disponibili e l’idea che ‘se puoi fare qualcosa, devi farlo’ ha preso il sopravvento.

È come dire, ‘se non riesci a ottenere una promozione al lavoro perché la gente ti giudica troppo vecchia e c’è un modo per eliminare le rughe, perché no?’ Oggi, letteralmente, le uniche donne con le rughe sono quelle che prendono una posizione consapevole contro di esse”. Ma secondo la modella “giovinezza non vuol dire bellezza”. La Porizkova non vuole piegarsi al modo in cui la società vorrebbe fosse ma piuttosto “vorrei che la società si piegasse a chi come me non nasconde le rughe, e ci vedesse come un altro tipo di bellezza”.

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