Cmqmartina è una delle voci più autentiche e libere della scena musicale italiana. Con il suo approccio eccentrico e la sua musica che mescola pop, elettronica e influenze del cantautorato italiano, è riuscita a creare un sound che rispecchia appieno la sua personalità e il suo percorso artistico. A pochi giorni dall’uscita del suo Brianzola Issues, abbiamo avuto l’opportunità di scambiare due parole con lei, scoprendo non solo la sua visione sulla musica e sull’industria, ma anche la sua continua ricerca di espressione artistica.
Partiamo del tuo album Brianzola Issues. Cosa rappresenta per te e come la tua terra ha influenzato la tua musica?
“Brianzola Issues è un disco che rappresenta la mia vita in provincia, in un contesto molto specifico: la Brianza, una terra che spesso viene vista come desolata, grigia, ma che è anche la mia casa. Crescere in un ambiente come questo ti porta a riflettere tanto su te stesso. La malinconia, l’introspezione sono parte del mio carattere e della mia musica. Ma c’è anche un contrasto: la musica che produco è ritmata, vivace. Ci sono molte influenze elettroniche e pop, ma i testi sono spesso profondi e riflessivi, un po’ come il paesaggio che mi ha cresciuta: grigio e silenzioso, ma con un’anima che pulsa sotto la superficie”.
Quali sono stati i tuoi modelli musicali? Hai qualche fonte d’ispirazione che ti ha segnato particolarmente nella tua carriera?
“Sono cresciuta ascoltando il cantautorato italiano: Celentano, Battisti, Battiato, Mia Martini, Loredana Bertè. Questi artisti mi hanno insegnato che la musica è un veicolo per raccontare storie profonde, per esplorare il cuore umano. Poi, a un certo punto, ho scoperto la musica elettronica e la techno. Quella scena mi ha dato una sensazione di totale libertà, come se potessi esprimermi senza giudizio. Ho cercato di unire queste due anime: il cantautorato e la musica elettronica, e credo che questa fusione rappresenti la mia vera essenza musicale”.
Come ti vedi in relazione alla musica? Cosa ti rappresenta di più, la parte musicale o la parte legata alla tua identità personale?
“Credo che entrambe le cose siano strettamente legate. La musica per me è un’espressione totale di chi sono. Fin da adolescente mi sono sentita parte della comunità, e poi ho capito di essere anche bisessuale. Questo mi ha permesso di esplorare la mia identità in un modo più completo. Quando scrivo e canto, lo faccio con la consapevolezza che la mia musica è un riflesso del mio percorso, delle mie esperienze. La mia identità è davvero integrata con quello che faccio, ed è qualcosa che non posso separare. Non posso fare musica senza che essa rappresenti il mio mondo interiore”.
La tua musica riflette molto di te stessa, ma anche un forte legame con la comunità LGBTQ+. Ci racconti di più?
“La comunità LGBTQ+ è sempre stata una parte fondamentale della mia vita. Nonostante io abbia fatto tutte le scuole cattoliche, fin da bambina ho avuto una connessione con la comunità che mi ha permesso di crescere sentendomi accolta. Quando parlo di questo mondo nella mia musica, parlo proprio di un posto sicuro, dove mi sento libera di essere me stessa. È una parte di me che mi ha sempre sostenuto, e credo che la mia musica e il mio linguaggio possano essere un riflesso di questa appartenenza. Ho sempre cercato di rimanere fedele a chi sono, e penso che questa autenticità si senta nelle mie canzoni”.
Hai mai percepito il gender gap, specialmente nel mondo musicale? Come lo affronti nel tuo lavoro?
“Sì, il gender gap esiste, e credo che non sia facile essere donna, non solo nella musica, ma in generale nella società. Nel mondo della musica c’è molta competizione, soprattutto per le donne. Spesso le etichette musicali cercano di fare una “popstar” in base a degli stereotipi, e questo non è facile da gestire. Noi donne siamo spesso costrette a competere e a cercare di essere “diverse” dalle altre per riuscire a emergere. Ma quello che trovo ancora più difficile è che spesso viene richiesto un look e un comportamento che non sono fedeli alla nostra identità. Per me, invece, l’estetica deve coincidere con la mia personalità, e penso che sia fondamentale restare se stessi anche nel modo in cui ci presentiamo al pubblico”.
A proposito di estetica, i tuoi video musicali e il tuo look sono molto distintivi. Da dove trai ispirazione?
“La mia estetica nasce principalmente dai miei pensieri, dai miei input e dai miei ideali di bellezza. Fin da piccola, sono sempre stata un po’ eccentrica e ho cercato di non assomigliare troppo agli altri. Mi piace essere vista come un po’ fuori dalle righe, e credo che questo mi renda riconoscibile. Il look che scelgo per i miei video e per le esibizioni rispecchia ciò che sono, e cerco di essere autentica, come se stessi andando a ballare il sabato sera. Non credo che un artista debba forzare la propria immagine; deve solo essere se stesso”.
E cosa pensi della relazione tra l’estetica e la musica? Pensi che l’immagine e il look siano sempre in sintonia con la qualità musicale?
“È una domanda interessante. Personalmente, credo che l’estetica sia una parte integrante dell’identità di un artista, ma non deve mai sopraffare la musica. Se un look è forzato, costruito solo per il mercato, può distogliere l’attenzione dal vero contenuto artistico. Per esempio, ci sono state critiche nei confronti di cantanti come Elodie, accusate di mercificare il proprio corpo, ma io credo che ognuno abbia il diritto di esprimersi come meglio crede, anche attraverso il proprio corpo. Quando l’immagine è genuina e riflette chi siamo davvero, credo che funzioni perfettamente con la musica. La coerenza tra l’interiorità e l’estetica è fondamentale”.
Ultima domanda: che futuro vedi per te? Quali sono i tuoi obiettivi prossimi?
“Non sono una persona che pensa troppo a lungo termine, ma sicuramente voglio continuare a suonare dal vivo. La dimensione del live è quella che mi unisce veramente al pubblico. Poi, voglio esplorare nuovi suoni, uscire dalla mia comfort zone e continuare a sperimentare. Ma il mio obiettivo principale è che la mia musica continui a parlare alle persone, che le faccia sentire libere e che possa essere un’espressione autentica dei miei pensieri. Non voglio mai smettere di scrivere e di comunicare attraverso le canzoni. Se qualcuno si ritrova nelle mie parole, è una soddisfazione enorme per me”.