Rose Villain parla di gender gap, e del tanto lavoro che secondo lei c’è bisogno nel mondo del rap. Ma l’artista ha voluto anche sottolineare che non si parla abbastanza dei problemi delle donne e di come i canoni di bellezza sono stati stravolti dai social e dalla pubblicità.
Il ruolo delle donne
“Io sono sempre conscia nella mia vita, nelle scelte che faccio, mi piace guardarmi intorno e stare attenta e rispettare sempre gli altri”, ha sottolineato Rose Villain a FQ Magazine. “Ho notato che, musicalmente, su certi argomenti non si parla mai abbastanza del ruolo delle donne, dei loro problemi. Credo sia un argomento delicato sicuramente ma penso anche che sia molto bello quando la musica parla anche a delle persone nello specifico. Non c’è una donna che conosco che abbia detto ‘amo molto mio corpo, sono felice così”. Quindi ho sentito molto questo argomento tanto che ne ho scritto di getto nelle mie canzoni e credo si senta anche un po’ della mia sincerità”.
L’artista esprime poi il suo pensiero sulla bellezza e sui ‘danni’ che i social e le campagne pubblicitarie hanno fatto, offrendo, negli anni, “standard di bellezza irrealistici. Anche nella vita di tutti i giorni tendiamo a mostrare la parte migliore, la ostentiamo che siano immagini, foto e video. Ormai si posta solo la foto dove si è venuti bene, si è più fighe. Chiaramente siamo persi, secondo me, in mezzo a questo calderone. C’è poco da fare se non parlarci tra di noi per mostrare, come faccio anche io, le nostre insicurezze fisiche e non. I social in questi ha lati positivi e negativi. È positivo per molti artisti che magari vivono un paesino, suonano e vengano notati dalle major grazie al social. Il rovescio della medaglia sono le modelle, come quelle che sono apparse sulle riviste per anni, proponendo un canone estetico di bellezza sempre al top. Per questo noi vogliamo essere più belle e possibili”.
La musica deve essere unisex
Rose Villain esprime poi il suo pensiero sul gender gap: “Penso che ci sia sempre tanto lavoro da fare in generale, non soltanto nel rap, ma proprio gender gap, e questo mi è capito anche vivendo il Festival di Sanremo. Però secondo me quando ci mostriamo libere, strafottenti, anche un po’ arroganti è fatta. Nel senso che si percepisce all’esterno che non c’è nulla che ci possa fermare. Ci divertiamo così. La musica, continuo a sostenerlo, è e deve essere unisex”. Infine, la cantante rivela che Fabri Fibra è il suo ‘brontolone’ preferito: “Ne ha viste di tutti i colori, ha tante cose da dire. Il bello di lui è proprio questo, cioè che ha proprio tante cose a dire. Ha sempre un pensiero su tutto e ci tiene tanto alle nuove generazioni. È molto bello vedere un rapper adulto che al posto che dire: ‘No, questo è la copia della copia’, invece dice: ‘Bravo, dai, vai verso questa, bello, qualcuno continua a portare avanti il rap, la musica’. E poi è il mio brontolone preferito“.