Rose Villain: “Sessismo nei testi rap? È solo un gioco”

“Ce l’ho fatta esattamente con la musica che voglio, senza scorciatoie”.

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Rose Villain torna all’Ariston di Sanremo. Dopo il brano Click boom! che l’ha fatta conoscere al grande pubblico, la cantante presenta al Festival il pezzo Fuorilegge. L’esperienza dell’anno scorso è stata importante: “Mi sono trovata a rapportarmi con i bambini e gli anziani. Un pubblico nuovo: è stato bellissimo”.

Passione batte talento

Rose Villain (il cui vero nome è Rosa Luini, trentacinque anni) in un’intervista con Vanity Fair spiega in cosa lei si sente una ‘fuorilegge’. “Nell’accezione che serve oggi: fuorilegge è chi non dà ascolto al giudizio degli altri, specie quando ci dicono che la nostra idea è sbagliata, che dovremmo lasciar stare”, spiega la cantante. “È la mia storia: non sono venuta fuori perché abbia chissà quale voce, ma perché ho lavorato tanto sulle mie doti, cercando di affinare le armi dello ‘storytelling’, le rime, l’immaginario e il resto; ho faticato in questi anni, ma posso dire di avercela fatta esattamente con la musica che voglio, senza scorciatoie. Ne sono in pieno controllo. E ne sono fiera. Passione, si sa, batte talento. E di tanto”. E il messaggio? “Questo: seguire le proprie passioni, perché muovono il mondo”, sottolinea l’artista.

I testi rapper

Il ‘sessismo’ dei testi di alcuni cantanti rapper (vedi la polemica delle ultime settimane con Tony Effe) sta facendo molto discutere. Cosa ne pensa Rose Villain? “Per me è un discorso che, sinceramente, non ha senso: è come se un’attrice si lamentasse perché viene fatta a pezzi in un film; quello di Tony Effe e gli altri è puro cinema, finzione, un gioco che come tale ha delle regole e come tale dev’essere trattato”, sottolinea la cantante. “Si figuri: io li conosco tutti di persona, con molti di loro ho lavorato; sono ragazzi adorabili, che trattano benissimo le donne, altroché. E sono sicura che sono molto accoglienti anche con le altre della scena. Sono molto contenta del successo di Anna, lentamente anche qui ci stiamo aprendo al nuovo, con testi e narrazioni ‘confident’. Negli Stati Uniti le classifiche sono al femminile: l’Italia è sempre in ritardo, ma ci arriveremo”.

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