Francesca Chillemi si sente cambiata, in qualche modo diversa, anche se il suo temperamento, il modo in cui affronta le cose è sempre lo stesso. L’attrice si racconta in un’intervista con Vanity Fair: “Sono cresciuta, diventata mamma e ho messo da parte l’irrazionalità che, in qualche modo, prima mi contraddistingueva. Adesso sono molto più ponderata, razionale”.
La psicoterapia
Eppure la razionalità è stata fondamentale nella vita di Francesca Chillemi. “La razionalità mi ha permesso di capire che non posso piacere a tutti, ma che soprattutto non posso cambiare me stessa in base al giudizio o all’opinione di qualcun altro perché, altrimenti, finisci per vivere una vita non tua, che non ti appartiene. Ora so che se mi va di fare delle cose che penso siano giuste, le faccio con la cognizione che possono essere criticabili e va bene così”. Ma come si arriva a questa consapevolezza? “Attraverso un percorso, con la psicoterapia. Per me è stato uno strumento validissimo per aiutarmi a ragionare, a guardare ai miei comportamenti con un punto di vista nuovo, ad allontanarsi da certi schemi sbagliati che ti ingabbiano per anni”. L’attrice spiega che a ventotto anni ha iniziato a capire che si sentiva bloccata, che “c’erano delle cose che proprio non mi funzionavano più. Non riuscivo a evolvere, anche sentimentalmente: ero incapace di avere una relazione che avesse delle basi solide”. A diciotto anni arriva la grande popolarità di Miss Italia. “E non è stato facile perché, a 18 anni, non hai ancora una personalità così formata ed è un passaggio d’età molto delicato: quello che, da adolescente, ti trasforma in un adulto. E io l’ho fatto mentre avevo i riflettori puntati e molti mi dicevano come avrei dovuto essere”.
L’elaborazione della popolarità
Francesca Chillemi spiega che prima di Miss Italia non aveva mai pensato al suo fisico o alla sua bellezza. “Sapevo di essere una bella ragazza, ma non era qualcosa a cui prestavo attenzione. Poi, vengo incoronata e mi ritrovo a contatto con persone che hanno un’attenzione assoluta all’estetica, che commentano il mio abbigliamento, la mia immagine. E io inizio a elaborare tutte queste informazioni che mi arrivano, a farle mie tanto che trasformano la percezione che avevo di me, il mio modo di vedermi e di accettarmi. Risultato? Vivo diversi momenti di down”.