Giuliano Peparini: “Omertà sugli abusi nella danza”

L'ex coreografo di "Amici": "Nessuno ne parla mai, sempre esistiti".

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Protagonisti

Giuliano Peparini, ex coreografo e direttore artistico di Amici, ha raccontato la sua esperienza di vittima di abusi nel settore della danza. In un’intervista a La Stampa, ex coreografo ha denunciato omertà sugli abusi: “Lo dico perché l’ho provato sulla mia pelle”. Determinato a fare qualcosa per proteggere i giovani danzatori, Peparini è tornato a Roma e ha aperto la sua ‘Peparini Academy’ nel quartiere Appio Tuscolano. Nella sua scuola, ha implementato misure concrete per tutelare gli allievi. L’idea della scuola è nata durante la sua esperienza ad Amici: “Raccontavo il mio sogno a Maria e lei per prima mi ha sostenuto. Non escludo future collaborazioni con ‘Amici'”.

I ragazzi vanno aiutati e tutelati

Giuliano Peparini ha raccontato con coraggio di essersi imbattuto in comportamenti inaccettabili da parte di alcuni insegnanti: “Nessuno ne parla mai, ma gli abusi sono sempre esistiti nel nostro ambiente. Lo dico perché l’ho provato sulla mia pelle. Quando ero giovane, per esempio, alcuni insegnanti volevano discutere della lezione o del mio percorso mentre loro si facevano la doccia, completamente nudi. Io mi sentivo a disagio, intuivo che fosse una richiesta strana ma non ero l’unico a ricevere questo genere di “inviti”. Paradossalmente era la normalità. Infatti non ne parlai mai in famiglia ho realizzato che erano situazioni sbagliate Nel mio caso ci sono state delle situazioni dove si è sfiorato l’abuso fisico ma, anche lì, non ho mai detto nulla. Solo con il senno del poi ho realizzato che erano situazioni sbagliate. I ragazzi vanno aiutati e tutelati.

Rompere i tabù

Nella sua Academy, spiega, ci sono degli spazi esclusivi per i più giovani, con spogliatoi distinti da quelli degli adulti. “Il personale è inoltre altamente qualificato e selezionato. Bisogna aiutare i ragazzi e rompere questo tabù“. Sui disturbi alimentari ha aggiunto: “Un’altra grossa piaga del nostro ambiente. La chiave è stare vicino ai ragazzi, indirizzarli e aiutarli. Per questo vorrei offrire un servizio psicologico gratuito per i miei allievi. Mi farei carico io della spesa”.

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