Brooke Shields: “Ritoccarono la mia vagina senza permesso”

"Se parliamo della salute delle donne, la vergogna non è più un'opzione"

Brooke Shields: "Ritoccarono la mia vagina senza il mio consenso"Brooke Shields: "Ritoccarono la mia vagina senza il mio consenso"
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Brooke Shields parla della sua vagina. L’ex modella e attrice ha recentemente raccontato di un’esperienza sconcertante vissuta quando aveva circa 40 anni. Ne parla adesso, in occasione della pubblicazione del suo nuovo libro Brooke Shields Is Not Allowed To Get Old, disponibile nelle librerie americane dal 14 gennaio 2025. Sui social, l’attrice scrive ai follower: “Sono oltremodo entusiasta di condividere che il mio nuovissimo libro uscirà il 14 gennaio! Spero che questo libro possa aiutare ad avviare una conversazione su come la mezza età possa essere il fiore della vita… pieno di possibilità ed emozioni“.

In occasione di un’intervista con Us Weekly, la Shields ha dichiarato che quando aveva 40 anni, il suo ginecologo le chiese se la lunghezza delle labbra della sua vagina le avesse mai causato disagio. Quando la paziente ha confermato di aver avuto episodi di sanguinamento e irritazione, il medico le ha detto che una riduzione chirurgica era possibile.

“Ma non volevo avere la vagina di una pornostar!”

Racconta Brooke Shields che, durante un controllo post-operatorio, il chirurgo plastico le avrebbe comunicato di aver eseguito – senza il suo consenso – una procedura aggiuntiva con effetto tensore delle labbra vaginali.  “Non volevo essere una pornostar“, ha scherzato l’attrice con Us Weekly, spiegando di aver “sentito parlare di pornostar che lo fanno” per scopi estetici. Nel libro, Brooke Shields pone le sue scuse ai lettori, che potrebbero trovare la storia “troppo grafica o semplicemente TMI (Too Much Information, ridondante), come alcune generazioni la chiamano ancora“, ma ha spiegato che le sue intenzioni erano buone. “Mentirei se dicessi che non sono imbarazzata a condividere queste informazioni molto intime. Ma se vogliamo cambiare il modo in cui ci avviciniamo e parliamo della salute delle donne, allora dobbiamo sollevare questioni scomode ma molto reali. La vergogna non è più un’opzione“.

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