Meta: la fine del fact checking negli USA

Immigrazione, identità di genere saranno argomenti sdoganati dalle limitazioni.

Meta: la fine del fact checking negli USAMeta: la fine del fact checking negli USA
Attualità e Cronaca

Niente più limitazioni su temi come l’immigrazione e l’identità di genere: così vuole la nuova politica di Meta che pone fine al fact checking negli USA. In linea con il discorso del 2019 sostenuto alla Georgetown University sulla libertà di espressione, Mark Zuckerberg spiega la decisione di dare una sterzata alle regole dei social media.

Stop al fact checking

Meta spiega in un articolo scritto sul proprio blog firmato da Joel Kaplan, capo degli affari internazionali, il motivo della scelta di interrompere il fact checking. “Negli ultimi anni abbiamo sviluppato sistemi sempre più complessi per gestire i contenuti sulle nostre piattaforme, in parte in risposta alla pressione sociale e politica per moderare i contenuti. Questo approccio è andato troppo oltre”, si spiega. “Per quanto ben intenzionati siano stati molti di questi sforzi, si sono espansi nel tempo al punto che stiamo commettendo troppi errori, frustrando i nostri utenti e troppo spesso ostacolando la libera espressione che ci siamo prefissati di abilitare”.

Dibattito politico e riduzione dei pregiudizi

“Quando abbiamo lanciato il nostro programma di fact checking indipendente nel 2016, eravamo molto chiari sul fatto che non volevamo essere gli arbitri della verità”. Le cose sono cambiate, da quanto viene spiegato nell’articolo scritto da Joel Kaplan. Nelle dichiarazioni rilasciate sul blog, Facebook, Instagram e Threads, non applicheranno restrizioni su temi considerati caldi.

“Ci stiamo liberando di una serie di restrizioni su argomenti come immigrazione, identità di genere e genere che sono oggetto di frequenti discorsi e dibattiti politici. Non è giusto che le cose possano essere dette in TV o sul pavimento del Congresso, ma non sulle nostre piattaforme. Questi cambiamenti di politica potrebbero richiedere alcune settimane per essere pienamente implementati”. Infine “Questi cambiamenti sono un tentativo di tornare all’impegno per la libera espressione che Mark Zuckerberg ha esposto nel suo discorso di Georgetown. Ciò significa essere vigili sull’impatto che le nostre politiche e i nostri sistemi stanno avendo sulla capacità delle persone di far sentire la propria voce e avere l’umiltà di cambiare il nostro approccio quando sappiamo di sbagliare”.

Share