Il regista di Diamanti, quindicesimo film che vede protagoniste diciotto attrici italiane, Ferzan Özpetek, si racconta a Vanity Fair. Parlando dell’amore non può fare a meno di raccontare la sua storia con Simone che va avanti da ventitré anni. Un uomo, il suo compagno, con cui ha condiviso tanti momenti, ciascuno pieno di felicità.
Simone
“La parola marito non mi piace. E nemmeno matrimonio: preferisco unione civile. È più bella”, spiega. Poi il suo pensiero torna al compagno: “Simone è la mia vita”. Sono ormai ventitré anni che il regista di Diamanti condivide la sua vita con Simone. “Uscivo da una relazione di diciannove anni e avevo appena finito ‘Le fate ignoranti’. Un amico mi invita a un brunch e ci vado controvoglia. A un certo punto mi dice di andare a un tavolo dove c’erano alcuni uomini. Mi siedo di fronte a Simone e mi dico, dentro me: ‘Questa è la persona della mia vita, devo fare di tutto per averlo’”. Ferzan Özpetek ricorda l’inizio della sua storia con Simone. “Ogni tanto lui mi guardava, quindi chiedo alla mia amica se gli piaccio e lei mi dice che lui non mi aveva nemmeno riconosciuto e che quando gli avevano detto chi fossi rispose che non gli interessava stare con uno famoso. Ci siamo rivisti altre tre volte: l’ultima sono riuscito a chiedergli il numero di telefono”. Poi l’amore, nato da una frequentazione assidua e, spiega, dalla tenerezza. “Penso che da quella sera, e sono passati ventitré anni, abbiamo dormito separati forse solo cinque notti. Simone è mio padre, mio figlio, il mio amante, il mio migliore amico. E come diceva la grande Raffaella Carrà, quando si spegne il fuoco del sesso, arriva la tenerezza. E la tenerezza è il vero senso dell’amore”.
Il valore dell’amicizia
“Gli amici sono fondamentali. E quando parlo di amici intendo anche le persone che si sono amate come partner. Non separo mai amore e amicizia”, precisa. “Per me sono la stessa cosa. Se stai con una persona un mese, un anno, dieci anni… Come fai poi a non essere più suo amico? Nella vita bisogna aggiungere, non togliere”. Una vita che Ferzan Özpetek sente completa e di cui Simone rimane la parte più importante. Sui momenti più felici dichiara: “Ogni momento passato con Simone. E quando al Museum of Modern Art di New York mi hanno dedicato una retrospettiva”. Per quanto riguarda il desiderio di avere figli, il regista ha le idee chiare: “No. Mai. Perché io mi sento un figlio. E perché mi piace fare più lo zio che il padre. Una volta una nostra amica molto intima ci ha chiesto se volevamo donarle il nostro seme. Ho detto di no”.