Alba Parietti ha raccontato a Il Fatto Quotidiano un episodio di sessismo subito quando iniziò a fare l’opinionista politica, menzionando un confronto con Giuliano Ferrara che le disse: “Non parlo con le soubrette”. Nel 1992 all’attrice venne affibbiato l’appellativo sessista di ‘coscia lunga della sinistra‘.
L’etichetta sessista
Un’etichetta ‘denigratoria’, usata secondo il suo punto di vista con l’intento di screditarla: “Era il 1992 quando mi diedero l’appellativo di ‘coscia lunga della sinistra’. Venendo la carezza dalla parte politica opposta alla mia l’intento era chiaro. Volevano spennacchiarmi, screditarmi, ridurmi a supervelina. Per tutti ero la coscia lunga. Nemmeno la sinistra mi difendeva”.
L’affermazione di Ferrara
Alba Parietti ha affermato che rimanere in politica ed essere donna è ancora molto difficile: “Una donna che parla di politica? E in effetti, come mi replicò Giuliano Ferrara in un dibattito organizzato al Lingotto, mi pare, erano i giorni del congresso fondativo del Pd: ‘Io non parlo con una soubrette’. L’indice di maschilismo qui è fuori scala e contiene l’idea che si può offendere, devastare la reputazione dell’altro solo in ragione del sesso.” E sui politici attuali commenta: “Zaia mi piace, pragmatico, efficiente, non farfallone, ma non potrei mai votare per la destra. Meloni? Comanda, più che governare”. E infine, Alba Parietti ha ammesso: “Parecchie volte, lo ammetto, mi è capitato di innamorarmi di uno di destra”.