Un gruppo di tre uomini hanno segregato in uno scantinato e stuprato per tutta la notte una giovane donna torinese, manager di una multinazionale del settore lusso con sede ad Assago (MI). I fatti risalgono al 2023, alla fine di una serata trascorsa in un locale del naviglio Pavese.
Il dolore aggravato dal licenziamento
La donna, che ha immediatamente sporto denuncia, si è sottoposta ai dovuti accertamenti presso un centro anti-violenza con diverse settimane di visite e ricoveri. Rientrata a lavoro dopo sei mesi, è stata costretta nuovamente a fermarsi: “La mia vita è cambiata quella notte, ma ce la farò; ho solo bisogno di più tempo” aveva detto in azienda. Purtroppo, l’11 marzo scorso, come riportato da La Stampa, è stata licenziata con una lapidaria comunicazione: “In un’ottica di maggiore efficienza, abbiamo deciso di riorganizzare le nostre attività, eliminando la posizione di Service Merchandiser da lei ricoperta e ridistribuendo le sue mansioni tra altri dipendenti attualmente impiegati presso di noi. Dopo attenta verifica, abbiamo constatato l’impossibilità di assegnarle altre mansioni“.
La difesa
L’avvocato Boralevi, che difende la donna, ha detto: “Purtroppo, alcuni filmati erano finiti in alcune chat, e per l’azienda ciò avrebbe comportato una perdita di credibilità. Inoltre, non avevano il tempo di aspettare che si riprendesse fisicamente al 100%“. A supporto della decisione dell’azienda, criteri legati al profitto: “Il mercato in cui operiamo richiede il raggiungimento e il mantenimento di adeguati livelli di profittabilità. Per conseguire tali obiettivi, è necessario ottimizzare i nostri costi e aumentare la marginalità delle nostre operazioni“. Boralevi ha annunciato di voler denunciare la società per mobbing e discriminazione, impugnando il licenziamento.