Valerio Lundini è il protagonista di una nuova serie TV: Faccende Complicate, che ha anche scritto e diretto. Si tratta di dieci episodi/tappe on the road, dieci reportage realizzati in giro per l’Italia in cui affronta alcuni temi sociali di grande attualità. “Il programma si chiama Faccende Complicate perché comprende appunto delle faccende complicate. – spiega Valerio in una recente intervista — Come affronterò queste faccende complicate? Partendo in maniera normale e poi complicando, perché laddove non erano complicate di principio, ci ho messo io la complicazione. In realtà il titolo è stato dato al programma prima ancora che venissero ipotizzate le storie, quindi a metà produzione ho detto: Ah ok, Il titolo è perfetto. Ho approfondito diversi mondi che conoscevo solo in maniera superficiale, come ad esempio le persone che si fanno ibernare, persone che hanno firmato contratti per portare il loro corpo all’estero oppure ex paninari moda che ancora seguono le mode degli anni ’80.”
Faccende complicate: una serie diversa
Faccende complicate è senza dubbio una serie diversa, molto diversa da quello che siamo abituati a vedere sulle piattaforme. Si propone di esplorare tematiche complesse e curiose e a tale scopo, Lundini si è lanciato in un giro d’Italia a modo suo, intervistando personaggi comuni e raccontando storie peculiari che coinvolgono gli italiani da Nord a Sud.
“Quelle che racconta Valerio possono essere definite storie tra palco e realtà. Succede che le cose che sembrano scritte da Lundini in realtà sono vere. E il contrario. Il confine tra realtà e finzione è sempre molto labile con lui”. ha dichiarato Simona Ercolani, CEO e Direttrice Creativa Stand By Me, che ha prodotto il format. Tra il nonsense e il surreale, Lundini spazia, indagando a modo suo riguardo a temi come la vita degli studenti stranieri in Italia, o come nasce un successo discografico, o ancora le tradizioni culinarie italiane. “Valerio ha saputo toccare temi anche molto difficili con leggerezza ma anche tanta profondità – conclude la Ercolani -dicendo che il comico fa ridere ma anche vibrare emozioni“.