Max Pezzali: “Ho l’incubo di passare per boomer”

Il cantante: "Fosse per me, tornerei agli sms a pagamento..."

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Max Pezzali parla dell’importanza degli anni Novanta, dell’intelligenza artificiale che “ci libererà” e dei social che dilagano ovunque (negativamente) nella vita di tutti noi.

La nostalgia è una trappola

Negli anni Novanta c’erano anche grandi speranze, il Muro caduto, mi ricordo a Palermo una immensa manifestazione contro la mafia con dentro giovani e meno giovani. C’era uno zeitgeist…”, ha sottolineato Max Pezzali in un’intervista a Repubblica. Ma la nostalgia può diventare una trappola: “Io ho l’incubo di passare per boomer, o che me lo dicano continuamente quelli giovani. E allora da vecchio analogico divento analitico, ci ragiono, penso che aver vissuto il periodo nel quale le cose belle, le canzoni, i film e il resto dovevi cercartele con fatica, ti autorizza oggi a godere di tutta questa facilità di fruizione: la musica che ti cade in mano senza che l’hai chiesta, un’offerta pazzesca di fronte a una domanda che non regge, la quantità che si mangia la qualità”.

Il contagio dei social

Per Max Pezzali l’intelligenza artificiale riuscirà a liberarci “da tutte le occupazioni umane noiose e ripetitive, e lo farà sempre di più perché su quello che già c’è, sull’esistente, è imbattibile. E a quel punto la gente dovrà svegliarsi e sobillare la propria parte creativa, uscire dalla pigrizia mentale”. Sui social invece il suo pensiero è all’opposto. “Fosse per me, tornerei agli sms a pagamento”, sottolinea l’ex leader degli 883. “Da quando tutto è accessibile a tutti, questa specie di dissing continuo ha dilagato e soprattutto ha contagiato tutto il resto, la politica in primo luogo, oppure l’informazione. Io resto dell’idea che sarebbe stato meglio fermarsi prima: so bene che era impossibile, ovvio. Io sono ancora di quelli che fanno l’abbonamento digitale ma il giornale dev’essere quello di carta, con la gerarchia delle notizie che qualcuno ha scelto e che mi propone”. E infine: “Quando mi ritrovo cascate di cose tutte uguali buttate lì, salta in aria il senso di tutto quanto”.

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