Jessica Chastain è protagonista del film Memory, in cui interpreta Sylvia, un’alcolista in via di guarigione alle prese con un trauma infantile. L’attrice premio Oscar ha un profondo amore per il nostro Paese, si sente un po’ italiana, grazie al suo legame con Treviso, come spiega in un intervista al settimanale Oggi. La Chastain ha recentemente vinto diversi premi per il suo lavoro sia come attrice che come produttrice.
Il tema dell’abuso nel film
L’attrice ha messo molto di sé in questo personaggio che interpreta e a proposito ha spiegato: “Sono sempre stata interessata alle famiglie difficili, e amo chi si dà agli altri. È un fatto innaturale nella nostra società, perché tutti fanno il contrario. Inoltre insegnare a una donna che non deve più vivere chiusa nei suoi problemi, che può tornare ad aprirsi e a fidarsi, soprattutto di se stessa, è stato balsamico per me“. Come madre di due figli, Jessica Chastain comprende la difficoltà di affrontare un tema come l’abuso subito da una figlia: “Sono molto emotiva, l’idea che qualcuno possa sentirsi così solo proprio con le persone che dovrebbero proteggerlo è devastante. Ma trovo anche meraviglioso che si guarisca proteggendo una figlia e prendendosene cura: nel film non vediamo solo il trauma che si ripete, c’è un’evoluzione. Da sette anni si parla in modo più significativo di questo argomento. Il problema c’è sempre stato ma era più nascosto. Il fatto che nel film la protagonista affronti il trauma e la paura è un bel passo avanti. L’unico modo per progredire come società è ripulirsi, e la prima cosa da fare è esporre le ferite. È liberatorio per chi lo vive e per chi lo osserva”.
L’amore per la cultura italiana
Jessica Chastain ha sottolineato: “Amo Treviso, la mia famiglia è lì. I miei figli parlano italiano, potrebbero tradurre perfettamente le mie interviste. L’Italia è un posto speciale, penso al cinema, all’architettura, alla moda e alle persone, oltre ovviamente al cibo e ai paesaggi. E io mi sento un po’ italiana” La sua tenacia e il suo essere battagliera derivano dalle donne della sua famiglia e da tutte quelle che hanno lottato prima di lei: “Le donne stanno esplorando nuovi modi per espandere il proprio talento. Mi spiace che dobbiamo essere noi a raccontare certe storie, ma è un passaggio necessario. Dalle donne della mia famiglia e da tutte quelle che hanno lottato prima di noi, anche quelle di cui niente sappiamo. C’è un inconscio collettivo che ci fa evolvere“.