Fa parlare ancora il Pulcinella di Gaetano Pesce, l’installazione alta dodici metri che ha sostituito la Venere degli Stracci di Michelangelo Pistoletto a Napoli. Stavolta non è l’ilarità dei social al centro del dibattito ma una richiesta di sequestro e rimozione dell’installazione. Secondo lo sculto e stilista Gianni Molaro, infatti, l’opera non sarebbe “interamente frutto” dell’intelletto di Gaetano Pesce.
Richiesta di sequestro e rimozione
Come riporta Il Mattino, Molaro ha reso noto di aver sporto denuncia contro ignoti “ai sensi dell’articolo 171 L. n. 633/41 e/o per qualsiasi altro reato si dovesse ravvisare dalla esposizione dei fatti”, assistito dall’avvocato Sergio D’Avino. E chiede il sequestro e la rimozione della statua. “Come è noto”, spiega infatti Molaro, “l’opera avrebbe dovuto rappresentare la maschera di Pulcinella con un cilindro di stoffa colorata montato su un’impalcatura di tubolari in ferro, terminante, nella parte superiore, da un colletto di camicia bianco.
Ebbene tale opera, ‘ideata’ dal maestro Pesce nel corso dei suoi ultimi anni di vita e richiamante una sua precedente realizzazione (lampada di Pulcinella) di poco antecedente, non è altro che la copia, seppur rivisitata in quanto a materiali e colori, di un’opera da me realizzata intorno alla metà degli anni Novanta e già edita su alcune delle più importanti riviste di interior design a livello nazionale”. Ha commentato così Gianni Molaro riferendosi al numero 317 dell’Ottobre 2007 della rivista AD.
Il plagio evolutivo
Sempre da Il Mattino si legge la dichiarazione di Gianni Molaro, che aggiunge: “Trattasi di due cilindri costituiti terminanti con un collo di camicia. Nel caso specifico l’opera, progettata per adeguarsi, con varie varianti, ai diversi contesti, erano definiti con cravatta e fungeva da base per la collocazione di due ulteriori sculture raffiguranti, in forma stilizzata, una testa maschile ed una femminile”. E ancora: “Appena un paio di pagine prima di quelle su riferite, veniva pubblicata un’opera (vaso da arredamento) dello stesso Pesce Gaetano. Appare, pertanto, più che plausibile che lo stesso abbia avuto nella sua disponibilità una copia del numero della rivista e tratto da essa ispirazione per la sua futura opera”.
Poi Gianni Molaro parla di plagio evolutivo: “Ciò si verifica anche nel caso del cosiddetto ‘plagio evolutivo’; ovvero laddove la nuova opera, per quanto non pedissequamente imitativa o riproduttiva dell’originaria, a causa del tratto sostanzialmente rielaborativo dell’intervento che su di essa è stato eseguito, si traduce, non in un’opera originale ed individuale ma nell’abusiva, non autorizzata, rielaborazione di quest’ultima compiuta, comunque, in violazione degli artt. 4 e 18 legge sul diritto d’autore”.