Scultura “Tu si ‘na cosa grande” a Napoli

Alta 12 metri, la scultura di forma fallica fa impazzire il web.

Scultura “Tu si 'na cosa grande” a NapoliScultura “Tu si 'na cosa grande” a Napoli
Mondo Trash

Somiglia a un fallo e non nel senso dell’errore. L’opera del designer Gaetano Pesce, alta dodici metri e titolata Tu si ‘na cosa grande ha lasciato perplessi e sbigottiti i passanti e ha generato un’ondata di ilarità sui social.

“Tu si ‘na cosa grande”

La nuova installazione a Napoli è stata inaugurata il 9 ottobre e già fa parlare di sé, nel bene o nel male. Le dimensioni notevoli e la forma fallica dell’opera hanno scatenato l’ilarità dei social che non si risparmiano battute e commenti di ogni genere. Tu si ‘na cosa grande ha aperto anche il dibattito su dove si trovi Pulcinella. Dovrebbe essere quello di forma cilindrica, stilizzato, realizzato interamente da Gaetano Pesce prima dell’installazione postume dei due cuori rossi trafitti da una freccia. L’opera, per volontà dell’artista che l’ha realizzata, resterà a Napoli che, ad ogni modo, ha speso anche parole positive, sperando in un segno di buon auspicio.

No, non è un fallo

Lo spazio che era stato occupato fino a qualche mese fa dalla Venere degli Stracci di Michelangelo Pistoletto non è stato sostituito da un fallo, ce lo assicurano. Si tratta di arte contemporanea, in particolare di due opere d’arte in dialogo tra loro: il Pulcinella-cilindro e i cuori e la freccia che li trafigge. L’installazione, a cura di Silvana Annichiarico rientra nel programma Napoli Contemporanea curato da Vincenzo Trione. È intervenuto anche il sindaco Gaetano Manfredi sulla questione che, ad ogni modo, ha ammesso: “Inizialmente quando l’ho vista ho pensato quello che hanno pensato anche gli altri”.

E poi: “Penso che sia un pensiero che è arrivato a tutti ed è un pensiero molto napoletano. Lo dobbiamo prendere anche come un pensiero di buon augurio, ma l’idea dell’opera è di una rappresentazione stilizzata del rapporto tra Pulcinella e il cuore dei napoletani. E poi l’arte contemporanea deve far discutere, il dibattito è segno di una città viva”.

Share