Filippo Bisciglia: “Ho avuto il morbo di Perthes, è stata tosta”
"Ho avuto un incidente e ho visto quella famosa luce bianca" .


Filippo Bisciglia si è raccontato nella puntata di Obbligo o Verità andata in onda martedì 14 aprile, ospite di Alessia Marcuzzi. Durante l’intervista, il conduttore di Temptation Island ha parlato della sua carriera televisiva e della vita privata. E ha anche raccontato momenti difficili della sua infanzia: “Quando ero piccolo, dai 2 ai 4 anni, non ho camminato. Ho avuto il morbo di Perthes, è stata tosta ma mi ha fortificato”.
Ho cominciato a parlare con Dio
Il conduttore ha raccontato un’esperienza vissuta da ragazzo, quando ha rischiato di morire dopo un incidente: “Ho visto la luce bianca, meravigliosa. Ma ho chiesto a Dio di non farmi morire. Mio nonno è morto molto giovane e dico che mi ha salvato la vita. Poco dopo la sua morte ho avuto un incidente. Non sto scherzando, ho visto quella famosa luce bianca di cui si parla sempre. Io l’ho vista, io ero di fronte a questa luce meravigliosa e ho cominciato a parlare con Dio: ‘Ho 16 anni, non farmi morire’. Mi vengono i brividi a raccontare. Ho detto in quel momento ‘nonno, aiutami tu’. Mi sono svegliato in ospedale, davanti a me avevo mio padre che piangeva. Una persona mi ha travolto sulla Colombo, a Roma. Mi sono rotto due ossa della testa, la mandibola”.
Scaramantico e passione per il poker
Filippo Bisciglia conduce Temptation Island da 12 anni, accompagnando le coppie nel loro percorso sentimentale tra edizioni estive e autunnali. “I miei amici si confidano con me, sono uno che sa ascoltare. Mi chiamano ‘mi ripeti?’, me lo dicono sempre quando non capisco qualcosa”. Un oggetto simbolo per lui è un accendino giallo, che riceve da quattro anni dalla madre come portafortuna: “Sono scaramantico e superstizioso. Se non ne ho uno non registro, sono 4 anni che mia mamma me lo regala. A fine di ogni Temptation lo dò alla mia truccatrice”. Poi la passione per il poker: “Per un periodo della mia vita ho giocato parecchio a Texas Holdem, facevo tornei e non era gioco d’azzardo. Sono arrivato secondo su duemila”.