“Godzilla e Kong – Il Nuovo Impero” di Adam Wingard

Titani in vacanza, ma desiderosi di spaccare tutto (sulla Terra).

"Godzilla e Kong - Il Nuovo Impero" di Adam Wingard."Godzilla e Kong - Il Nuovo Impero" di Adam Wingard.
La cine-cologa

Godzilla e Kong: Il Nuovo Impero è il nuovo film di Adam Wingard, new entry del Monsterverse cinematografico di Legendary Pictures. Notiamo subito un titolo lungo che promette nuovi imperi e un Godzilla che precede un Kong. Ebbene il film non è abbastanza lungo da poter far nascere nemmeno un nuovo stato vassallo (figurarsi gli imperi) e Godzilla, tra una dormita e l’altra nel Colosseo di Roma, appare giusto in qualche scena, principalmente impegnato a distruggere cose a caso. In fin dei conti, nessuno può aspettarsi di trovare grande pathos, grandi intrecci e grandi sensi della vita in un film di mostri che spaccano tutto e passano il tempo a ruggire come se non ci fosse un domani.

Godzilla e Kong: Il Nuovo Impero, non a caso, offre proprio questo: tante esplosioni e ruggiti, niente trama, niente pathos e il senso… abbiamo detto che non serve. Addirittura non serve nemmeno il titolo in questo film che tanto non dice nulla di quello che accade. Il problema della scelta del titolo però si capisce: ci sono un sacco di storielle collaterali che si fa fatica a trovarne uno che vada bene per tutte. Magari si potrebbe provare a scomporre il film, ecco, come con i problemi di matematica, in tre parti. Vediamo un po’ se ci capiamo qualcosa di più.

Kong alla ricerca di altri Kong

Kong dovrebbe essere l’ultimo della sua specie, ma pare non averlo capito benissimo. Quindi, nella Terra Cava continua a cercare i suoi simili. Tra una delusione e l’altra (che sembra un po’ di stare dentro Io Sono Leggenda), alla fine incontra una tribù di scimmie-Titani che cerca di farlo secco. Le scimmie sono cattive perché guidate dal cattivissimo Skar King che cattivamente vuole tornare sulla superficie (ergo la Terra come la conosciamo) per conquistarla. Ah, cattivissimamente Skar King cavalca un mostro sputa-ghiaccio che controlla grazie a una roba blu luminosa legata a una frusta che pare una colonna vertebrale.

Comunque Kong prova lo stesso a fare amicizia dopo aver massacrato alcune delle scimmie che lo avevano attaccato, ma non ottiene grandi risultati, tranne che con una scimmia, più piccola delle altre. Decide di portarsela dietro. La scimmietta che pare Gollum, non cerca il suo tessssoro, ma in compenso è ossessionata dall’idea di scappare da Kong. Poi quell’ossessione si trasforma in una contorta amicizia e proprio come nel Signore degli Anelli scimmia-Gollum si rivela di grande aiuto per Kong-hobbit. E vissero tutti felici e contenti? Ma sì. Dopo aver fatto fuori il cattivissimo Skar King grazie anche a Godzilla (che ha fatto pausa dal suo riposino) e a una creatura-falena grande come un Boeing 747. Così Kong e il Kong-ino regnano felici e contenti sulle altre scimmie, anche loro contente. Ah, lo fanno pure insieme alla creatura sputa-ghiaccio che diventa loro amica. Evviva.

Godzilla a spasso per Roma

Godzilla è la prima parola che leggiamo nel titolo, ma è l’ultima creatura di cui potrebbe interessarci parlare, a meno che non vogliamo discutere del suo colore rosa e delle passeggiatone che si fa per il mondo. La storia di Godzilla nel film di Adam Wingard, infatti, non è che una grande gita turistica. Il Titano sembra particolarmente amare il centro storico di Roma: trova il suo letto all’interno del Colosseo, dove si arrotola per riposare, come uno squamoso gatto oversize, e gli piace scorrazzare nel Tevere, sbriciolando tutti i ponti che si trova davanti. Poi però, c’è da dire, la passione si estende anche alle Piramidi del deserto che laserizza con un potentissimo getto rosa.

In generale i gusti di Godzilla sono variegati: dalle centrali nucleari, al mare dove si carica con tutta l’energia che incamera dalle sue opere di distruzione. Da bravo turista, inoltre, a Godzilla non frega molto del tempo che passa, perché tanto è in vacanza. Per questo lo vediamo solo alla fine, per qualche minuto, combattere al fianco di Kong per sconfiggere la cattivissima scimmia Skar King in groppa alla creatura sputa-ghiaccio. Due sparate di rosa, qualche ruggito fatto bene e niente, se ne torna a dormire nel Colosseo, spaccando cose mentre cammina per raggiungerlo.

Fantascienza, scienzafanta, fanscienzata

Un po’ di fantascienza in un film di mostri Titani ci può stare. Ma volete mettere l’idea di un segnale fatto da tre picchi, che sentono sia Godzilla che Kong, che sente pure Jia che disegna su dei fogli, che lo dice alla mamma-adottiva-dottoressa Andrews, che capisce grazie a Bernie che arriva dalla Terra Cava, dove sopravvive il popolo degli Iwi che hanno la tecnologia derivata dalla forza di gravità? Ma lo sentite il fiato sospeso? Non è solo a causa delle quattro frasi senza un punto, ma è proprio la fantascienza di Godzilla e Kong: Il Nuovo Impero che lascia così, un po’ in asfissia insomma. Sì, perché va bene che un po’ di fantascienza ci può stare, ma anche un minimo di logica non guasterebbe.

Senza provare nemmeno a spiegare ciò che il film stesso rende inspiegabile, basti dire che tutta la scienza, fanta, sprite e coca-cola del lungometraggio, porta comunque nella stessa direzione: alla fine, quando lo scontro finisce, vincono i buoni, sono tutti contenti e si danno il cinque. Questo in barba alla distruzione, alle esplosioni, alle migliaia di persone in fuga mentre i Titani schiacciano, laserizzano e congelano.

E tutti vissero fracassati e contenti

Non sapremo mai il perché e non frega nulla a nessuno dei protagonisti se ci siano state vittime o no, anche se i palazzi crollano come tessere del domino. Tutto quello che conta è che i nostri eroi sono felici così: in una Terra infestata di mostri che all’improvviso perdono la pazienza e sfasciano tutto. Il senso profondo del film, per farla breve, è: il gran bene per queste creature che danno un po’ di brio alla quotidianità e senza le quali, in fondo, sarebbe una gran noia e una gran pace.

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