Vi siete sentiti assiduamente, siete usciti tutte le sere, siete andati in vacanza. Avete vissuto iperconnessi in un vortice di collegamenti internet e social media senza fine. Lui (o lei) ti ha detto che sei la donna (o l’uomo) della sua vita. Avete passato ore mano nella mano a guardare e sognare comodini svedesi dai nomi improbabili per arredare il vostro monolocale immaginario. Avete aperto una cartella di foto su Facebook intitolata “semplicemente noi”. Ad un certo punto, il silenzio. Il telefono non squilla, WhatsApp è in lutto, i cuoricini spariscono da Instagram e la tua dolce metà non ti risponde più. Questo è il ghosting.
Ghosting: ti lascio ma non ti avviso
A tutti sarà capitato di vivere il trauma di una separazione o di un distacco, la perdita di contatto con un amico, la fine di una storia d’amore. Tutto questo avviene anche nel ghosting ma, in questo caso, la fine non viene concretizzata, l’abbandonato resta “appeso” in un limbo, privato del chiarimento finale, della fase del “dobbiamo parlare”. Il ghoster non ti da il preavviso. La separazione avviene in maniera silente, manifestandosi ora dopo ora, subdolamente, nascosta tra le notifiche che non ti arrivano e i like che spariscono. La verità è che questo fenomeno codardo è sempre esistito, ma è con l’arrivo dei social che ha ricevuto la dignità di un nome proprio. Secondo gli esperti di relazioni, le persone che fanno ghosting lo scelgono come via di fuga per evitare lo scomodo commiato dalla persona che a loro non interessa più. Gli stessi ghoster ammettono di non voler ferire o di non saper gestire la fine di una relazione. A volte pensano che non sia necessario discuterne, o sono semplicemente spaventati.
Come reagire al Ghosting, al Zombieing e al Mosting
Se il fenomeno del ghosting è ormai entrato a pieno titolo nella cultura collettiva, pochi sanno dell’esistenza delle sue evoluzioni 2.0. Parliamo del zombieing e del mosting. Se ghostare presuppone la sparizione nel nulla, con lo zombieing è previsto un teatrale ritorno in scena, corredato da dichiarazioni di pentimento e amore struggente, spesso nemmeno richieste. Con il termine mosting invece, intendiamo quel comportamento tossico con cui una persona, dopo aver fatto una corte spietata ed aver dichiarato il suo interesse con passione, sparisce.
Un’altra forma di abuso psicologico mascherato da attaccamento amoroso, è il love bombing ovvero quando una persona riempie un’altra di complimenti, messaggi appassionati e regali, oltre a conversazioni precoci su un possibile futuro insieme. Non è detto che questo comportamnto avvenga intenzionalmente, ma spesso è guidato dall’ insicurezza di una persona, dall’incapacità di fidarsi e dalla dipendenza dall’altro. Il love bombing è spesso associato a persone che insicure ed ansiose che finiscono per molestare il prossimo. L’avvento e la diffusione dei social network hanno stravolto completamente i rapporti interpersonali agevolandoli al punto da renderli più frequenti, più veloci e più semplici, dando l’illusione di conoscersi meglio e in meno tempo. Prima, per organizzare un incontro, ci volevano tanti giorni di attesa e la giusta distanza tra la gente dava una visione più reale dei contorni dell’altro. Adesso, invece, basta un like per essere amici o un collegamento per perdere di vista la realtà ed assumere comportamenti alterati in cui si diventa “consumatori” dell’altra persona, da cui basta disconnettersi per chiudere definitivamente un legame affettivo.
Qualunque sia il comportamento disfunzionale che ha subito, è importante che la vittima capisca come difendersi, comprendendo, prima di tutto, di non avere colpe. Si deve concentrare l’attenzione sul comportamento dell’altro, elaborare l’accaduto, eventualmente con il supporto di uno specialista, senza colpevolizzarsi. Servirà convincersi del fatto che, per andare avanti nella propria vita, non è necessario conoscere il motivo per cui il ghosting è accaduto, concentrarsi sulle cose belle che si hanno, sugli affetti che che popolano la propria esistenza.