Genny Pucciari si racconta. La conduttrice in un’intervista con Vanity Fair parla del suo rapporto con il successo: a cinquantuno anni, e dopo una carriera straordinaria che la vede condurre programmi di successo in radio e in TV, la sua seconda vita come attrice in film importanti come Diamanti di Ferzan Özpetek.
La vita quando non lavori
Genny Pucciari non ha un buon rapporto con il successo. “Odio quella parola, che tra l’altro è un participio passato”, sottolinea. “La notorietà ce l’hanno anche i malviventi, anche se incontrare le persone per strada che, quando mi riconoscono, mi sorridono spontaneamente è bellissimo. A volte scopro di essere stata presente in qualche modo nella loro vita, anche in momenti delicati in cui avevano bisogno di compagnia o perché mi sono occupata di qualcosa che sta loro a cuore. È una cosa che mi commuove”. L’intervistatrice, parlando di Zelig, ricorda a Genny Pucciari che una volta dichiarò: “Quando ho capito che la gente confondeva quello che facevo con quello che ero, ho smesso”. Una scelta importante, e anche coraggiosa. “All’epoca avevo un corpo e un approccio diversi al palco”, ammette la comica, “la gente mi vedeva e pensava che fossi racchiusa in quei cinque minuti di monologo, ma tutte noi donne siamo molto più complesse e strutturate, anche e soprattutto giù da un palco, o fuori da un ufficio. La vita inizia quando non lavori“.
Il potere del fascino
E poi una domanda che fanno spesso a Genny Pucciari, se si piace fisicamente. “Io una domanda del genere non l’ho mai vista fare a un uomo”, precisa l’attrice e conduttrice. “Personalmente mi sento molto meglio di quando avevo venti anni, dove ero tra l’imbarazzo e il sollazzo. A trenta mi orientavo, a quaranta combattevo, quindi, visto che sono stata una trentenne e una quarantenne discutibili, sto provando a essere una splendida cinquantenne. Tralasciando il fatto che la bellezza è una parola che non può legarsi a me, ci tengo a dire che ognuno sta nel corpo che vuole concedersi. Senza dimenticare che esiste una cosa che ha una potenza smisurata che si chiama fascino. E poi c’è la personalità, un modo di stare al mondo e di ingombrare lo spazio“. Infine, conclude: “Non credo quando mi scrivono che sono bellissima, ma non credo neanche quando mi scrivono che sono un cesso imbarazzante, perché so che nessuna delle due cose è reale“.