Intervistato a TV Talk di Rai3 nella puntata di sabato 24 ferrbaio, Fabri Fibra ha parlato della sua nuova esperienza come giudice e coach del talent show Nuova Scena, alla ricerca dei nuovi talenti del rap in tutta Italia. Il talent show sta ottenendo ottimi indici di ascolto e il conduttore Massimo Bernardini ha ricolto alcune domanda alla rapper sulla vitalità della scena nazionale.
“La competizione è alla base del rap, ma è alla base anche dell’industria musicale, se no non ci sarebbe la classifica. La cosa onesta del rap che è che lo dice. Noi motiviamo i ragazzi nello show e diciamo che ci sono 100.000 euro per chi vince. Un po’ come quando dici al pugile: ‘Non fa male, non fa male, vai e combatti!’ No e non è che negli altri talent chi partecipa a una competizione non ha voglia di vincere. Solo che qua cioè viene detto”.
Alla domanda se gli facesse impressione che oggi il rap sia entrato in pianta stabile nelle classifiche e addirittura al Festival di Sanremo (Nuova scena è co-condotto da Geolier e Rose Villain, entrambi all’ultimo rassegna sanremese), Fabri Fibra ha dichiarato: “Credo che il suono del rap e della musica urban sia stato ormai digerito dallo spettacolo e dal pubblico mainstream, è una lingua che oggi tutti capiscono, mentre 15 anni fa già di meno. Non mi crea più un cortocircuito, però mi colpisce”.
Milano, Roma e Napoli
Nuova Scena è incentrato molto sulle proposte che arrivano dalle tre città più vive nel campo del rap in Italia, ovvero Milano, Roma e Napoli: “Le anime sono molto diverse. I rapper di Roma hanno un’identità molto forte perché il rap a Roma c’era già ed era forte negli anni ’90 con il Piotta, che è stato uno dei primi che aveva fatto successo. Roma è una città che io paragono un po’ a New York, perché è dove tutto è già successo. E lì mantengono questa cosa, ma tutto può essere spostato al Nord. A Napoli, invece, hanno il sogno di andare a Milano e molti di loro neanche sono mai stati a Milano. Viene fuori più che il rap, chi vuole fare rap”.
Neffa e il rap che non c’era
Fabri Fibra ricorda anche come la scena rap italiana sia stata letteralmente intenzata da zero da artisti fondamentali come Neffa: “Io non mai nascosto che devo tutto a Neffa, che mi ha prodotto il primo disco. Lui è stato uno dei primi a far suonare il rap italiano in maniera credibile, perché negli anni ’90 avevamo il grosso pregiudizio di voler assomigliare e ricopiare gli americani. Quando sono arrivati i primi pezzi, i primi singoli che avevano una forte identità italiana, hanno fatto scuola, come Frankie HI-NRG che aveva fatto ‘Quelli che Benpensano’ oppure Neffa che aveva fatto ‘Aspettando il Sole’. C’erano del veramente delle cose nate dal nulla che poi hanno ispirato tantissime persone come me in quegli anni. Eravamo in mezzo a un deserto, non c’era nulla e il rap italiano andava inventato. Io spero che Nuova Scena sia di ispirazione per un sacco di ragazzi che oggi si ritrovano a guardare questo show”.