Diva Futura racconta l’avventura di Riccardo Schicchi e della agenzia che ha ‘sdoganato’ il porno lanciando dive come Ilona Staller, Moana Pozzi, Eva Henger, ancora oggi icone incredibilmente vive dell’immaginario italiano. Il film è prodotto da Matteo Rovere di Groenlandia e da PiperFilm con Rai Cinema in collaborazione con Netflix, è stato appena presentato alla Mostra del Cinema di Venezia. E la regista Giulia Steigerwalt, ha detto che è arrivato il momento di aprire una discussione soprattutto sulla violenza del porno sulla donna.
Intuizioni comunicative geniali
Al centro c’è la storia di un sogno, figlio dell’amore libero degli anni ’70, il genio imprenditoriale di Riccardo Schicchi, una visione nuova che rompeva i tabù di allora sul sesso e intuizioni comunicative geniali che lanciarono attrici porno, ospiti in tv dei programmi di Maurizio Costanzo ed Enzo Biagi, sdoganando il tema della sessualità, aprendo la via ad un porno italiano che il film vuole raccontare molto diverso dai canoni commerciali, violenti e degradanti degli anni successivi.
Riccardo Schicchi è interpretato da Pietro Castellitto, e all’Ansa ha detto. “Ho trentadue anni, ho conosciuto Schicchi sul viale del tramonto, quando andava in TV sotto il tavolo di Teo Mammucari in quanto marito di Eva Henger, ma le persone che ho incontrato e che lo hanno conosciuto direttamente tendono a tenere in vita il suo ricordo, legato a quegli anni ’80 come al periodo più avventuroso della loro vita perché era uno che ti portava verso l’avventura“.
Temi attuali
Barbara Ronchi, che in Diva futura invece interpreta l’assistente di Riccardo Schicchi, ha sottolineato: “‘Diva’ Futura fa luce su questa famigliona che aveva una leggerezza, una bellezza, un sogno di sessualità libera, c’erano dive famose ma poi nella vita reale avevano tanti problemi di affermazione e dignità come persone e donne. Si racconta un mondo ma anche il vaso di Pandora che ha significato con la degenerazione che c’è stata nel porno e a cui hanno contribuito“. Temi estremamente attuali, aggiunge all’Ansa la regista Giulia Steigerwalt, al secondo film dopo il premiato Settembre. “Oggi la pornografia ha una diffusione di massa, l’età di accesso si è abbassata a dodici anni ed è per la maggior parte violenta contro le donne. Vorrei che questo film aprisse una discussione su questo“.