Costantino Vitagliano: “Mi sono riavvicinato a Dio”

“Le cose brutte della vita ti portano inevitabilmente ad avvicinarti al Signore”.

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Costantino Vitagliano rivela che con la sua malattia si è riavvicinato a Dio. Oggi parla con sua madre che è morta, e sottolinea che vuole vivere per sua figlia.

L’avvicinamento a Dio

Costantino Vitagliano in un’intervista a Di Più confessa che da quando si è ammalato si è riavvicinato a Dio: “Lo invoco spesso. E gli chiedo sempre la stessa cosa: di veder crescere mia figlia. Non mi interessa altro”. Sottolinea che nove mesi fa la sua vita è cambiata a causa di una malattia autoimmune “e le cose brutte della vita ti portano inevitabilmente ad avvicinarti al Signore”. Poi racconta che negli ultimi anni ha vissuto momenti di forte stress. “Problemi sul lavoro, la morte dei miei genitori. E quando muoiono le persone care attorno a te, ti cede la terra sotto i piedi. Prima, ho detto addio a mia madre e poi, durante la pandemia, anche a mio padre, che si è lasciato andare. Non sapeva stare senza mamma”. E durante l’intervista rivela che “con mamma ci parlo spesso. Le sue ceneri sono in casa mia, dentro un’urna cineraria. Oltre ad avere tatuato sul corpo i loro volti, ho un rosario al collo, che si può dividere in due. Da una parte c’è l’immaginetta di mio padre, dall’altra quella di mia madre. Quando guardo in cielo, mi viene spontaneo salutarli tutti e due con un bacio: ‘Ciao mamma, ciao papà. Vi prego, aiutatemi a vedere crescere mia figlia’. Questo lo chiedo anche a Dio”.

Una mano miracolosa

Costantino Vitagliano da quando è malato prega più volte al giorno. “Sono andato a San Giovanni Rotondo. Mi ci ha portato un amico pugliese: ‘Hai bisogno della sua mano miracolosa’, mi ha detto. Sono entrato nel santuario, ho fatto il segno della croce, il prete mi ha benedetto con l’acqua santa di padre Pio“, racconta. “Poi ho seguito il percorso dentro la chiesa, alla scoperta della vita del Santo. Sono rimasto in silenzio, in raccoglimento, colpito dall’imponenza del santuario. In quel momento mi sentivo bene, anche se ero uscito da poco dall’ospedale e fisicamente non ero certo al massimo. Il mio animo, però, era finalmente sereno”. 

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