Claudio Santamaria parla delle sue ‘manie’, raccontando di essere ben attento ad equilibrare la sua vita tra il private e il lavoro. L’attore a La Stampa parla del suo ultimo film, Una terapia di gruppo, dove interpreta Emilio, ossessionato dal calcolo aritmetico.
Convivere con le manie
Claudia Santamaria ammette che al pari del suo personaggio, anche lui ha le sue ‘paranoie’. “Le ho tutte”, ci tiene a sottolineare. “La più marcata riguarda la simmetria delle sensazioni fisiche, cioè se mi gratto a sinistra mi devo grattare, nello stesso identico punto anche a destra, lo faccio sempre. Se evito, avverto subito una specie di vuoto, di incertezza...” L’attore ha sottolineato che è fondamentale imparare a “conviverci con le manie, che poi vuol dire conoscerci, tutti abbiamo qualcosa che ci fa soffrire, il modo per evitare che questo accada è accettare le cose per quello che sono”.
Un mondo pericoloso
Claudio Santamaria parla anche delle sue paure di padre. “C’è il rischio che il nostro mondo diventi pericoloso per i nostri figli”, puntualizza puntando il dito contro l’atteggiamento delle nuove generazioni. “È una generazione stimolata da troppe cose, i ragazzi pensano di sapere tutto solo perché hanno un telefono in mano, osservano la vita da un punto di vista freddo, distaccato”, racconta l’attore. “Credono di conoscere un argomento perché ne hanno letto qualcosa su un motore di ricerca, non avvertono nessun rispetto per l’esperienza che un genitore può offrire. Trovo che, rispetto alla nostra, questa sia una generazione molto più in difficoltà“. E poi conclude: “I ragazzi vedono solo video su video, eliminando la parte sensoriale, che è, invece, fondamentale”.