Un uomo è stato licenziato in un’azienda di Bologna per aver bestemmiato. Una sanzione sproporzionata secondo le sigle sindacali, che non ci stanno e proclamano uno sciopero di sedici ore.
Il licenziamento è avvenuto alla Covisian, una delle aziende che gestisce in appalto il call center di Hera, e che i sindacati del settore delle telecomunicazioni avevano già portato all’attenzione dell’opinione pubblica. Lo scorso 28 settembre, infatti, un’operatrice del call center era stata licenziata e i sindacati avevano protestato per un provvedimento “eccessivo, non proporzionato, oltreché chiaramente mortificante”.
16 ore di sciopero per protesta
E anche in quest’occasione si parla di “ennesimo licenziamento disciplinare in Covisian“. Per questo motivo Slc–Cgil, Fistel–Cisl e Uilcom–Uil di Bologna e le Rsu, in una nota congiunta, proclamano “un pacchetto di sedici ore di sciopero“. Gli stessi spiegano che “un altro collega è stato licenziato per aver esclamato, tra sé e sé, una bestemmia sul posto di lavoro in seguito all’ennesimo malfunzionamento dei sistemi aziendali che impedivano di lavorare“.
Un licenziamento “inconcepibile”
Le sigle sindacali sono chiare: ciò che è accaduto non si può accettare. “È inconcepibile per noi togliere un posto di lavoro per un fatto del genere”, affermano. “Il lavoratore ha indubbiamente sbagliato, ma la sanzione deve essere commisurata a buon senso e proporzionalità e deve rispettare quanto previsto dal Ccnl. Covisian non può fare ciò che vuole in barba al codice disciplinare previsto dal vigente contratto nazionale!! Non commentiamo inoltre il riferimento nella contestazione disciplinare da parte di Covisian ad una norma penale risalente al 1930, quasi cent’anni fa, che fa tornare indietro il Paese a periodi bui di oscurantismo e quando lo Stato era confessionale“.