Una storia di ruoli secondari, quella di Barbara Ronchi. Intervistata da Vanity Fair, l’attrice tra pochi giorni sarà al cinema con il film Io e il Secco. Candidata al David di Donatello per la sua interpretazione nel film Rapito di Marco Bellocchio, si è vista superata dalla collega Paola Cortellesi, eppure dice: “Ero felicissima, speravo che vincesse lei: noi attori possiamo votare e io ho votato per Paola, non per me. È stata straordinaria, come attrice e come regista; e il suo film, C’è Ancora Domani, segna un prima e un dopo“.
Secondo la Ronchi, infatti, nel mondo cinematografico sta crescendo “la consapevolezza che anche le storie al femminile riempiono le sale” e aggiunge: “fino a ora, in Italia, è stato molto difficile trovare film in cui le donne reggevano sulle loro spalle l’intero impianto narrativo. Prendiamo ‘Rapito’, per esempio: sono stata candidata come migliore attrice protagonista, ma non ero la vera protagonista, ero la mamma del protagonista“. Anche nel prossimo film, in uscita il 23 maggio, Io e il Secco, l’attrice non rivestirà i panni della protagonista, ma di sua madre.
La bellezza come discriminante
L’attrice ha confessato di aver trascorso periodi di crisi. “Mi sentivo sbagliata” ha detto. ” Il lavoro non andava come speravo, arrivavo vicina al traguardo e non lo tagliavo mai. Ho anche pensato di mollare a un certo punto. Un giorno mi sono svegliata e ho detto: non è colpa mia. Poco dopo è nato mio figlio ed è cambiato tutto: lui è diventato la mia priorità, ho messo via il dolore e le soddisfazioni hanno cominciato ad arrivare. Per tanto tempo, la Ronchi è stata scelta per ruoli marginali: “ero l’amica di, la sorella di… alzavo la palla per qualcun’altra che schiacciava. A tanti casting mi hanno detto: non sei abbastanza bella per fare la protagonista“.