In una lunga intervista al Corriere della Sera, Vera Gemma, attrice figlia della star degli Spaghetti Western Giuliano Gemma, ha raccontato la sua vita, ricca di esperienze e di contraddizioni ed eccessi. Il successo del film Vera, che racconta la sua storia, le ha dato la possibilità di farsi conoscere dal grande pubblico e di farsi notare anche all’estero. La pellicola, infatti, è stata premiata per la miglior regia alla Mostra del Cinema di Venezia e ora è in lizza agli Oscar 2024 come miglior film straniero in rappresentanza dell’Austria..
La sua rinascita artistica
“Nei circhi ci sono cresciuta, papà ha imparato lì a fare lo stunt man. Quando nel 2013 è morto, ho sentito il bisogno di ritrovarlo in un ambiente in cui lo amavano, ho iniziato a passare le giornate nei circhi, ho girato un documentario su quel mondo. Diventare domatrice è venuto naturale: entravo nelle gabbie per portare il cibo agli animali, che si sono abituati a me, mi hanno considerata capobranco. Ho fatto tournée in Russia, Ucraina, Bielorussia. Nel circo, ho trovato un mio modo di essere artista.”
Nella sua famiglia c’era il mito del “drogarsi è meglio che ingrassare”.
“I miei genitori non ci hanno mai parlato di droghe, ma si sono raccomandati mille volte di non ingrassare. Erano ossessionati dalla bellezza. Volevano che fossimo all’altezza di papà. Forse, ci tenevano perché lui era diventato un divo attraverso la bellezza e solo dopo aveva dimostrato di essere bravo. Pensi che ci hanno fatto rifare il naso e non c’era bisogno. Però, sono stati comunque un esempio solido di amore per la vita, per cui ho provato tutte le droghe ma senza mai diventare dipendente. In effetti, da adolescente, ho fatto un macello.”
Ho fatto la spogliarellista dopo aver finito l’eredità
“Quando è morta mamma, ho ereditato e mi sono mangiata i soldi in pochissimo tempo e papà mi ha detto che non mi dava una lira. Decido di andare a Los Angeles, provo a propormi come cameriera, niente. A un certo punto, scopro un locale di strip tease, The Body Shop, con show di livelli altissimi. Vado dal direttore e chiedo come si fa a lavorare lì. Mai provato un tale senso di onnipotenza. La spogliarellista è un sogno da guardare e non toccare e gli americani sono pazzi: lanciavano mance da duecento dollari, gli togli soldi solo per guardarti ballare.”
Cercavo i delinquenti non i figli di papà
“A livello di uomini, ho cercato proprio fra i criminali, mi piacevano quelli usciti dal carcere, sentivo la loro rabbia, volevo aiutarli… trovo ancora più affascinanti i delinquenti che i figli di papà. Mi rifugiavo nelle borgate pericolose, avevo bisogno di verità assenti nel mondo perfetto dello spettacolo, non volevo essere complice di quella grande bugia.”