In un mondo che ha fatto dell’apparenza uno dei suoi capisaldi e del bodishaming una misura punitiva verso i non allineati, è possibile assistere ad un nuovo bullismo riservato alle persone che pedono i capelli. Dall’osservazione di questo fenomeno e dall’esigenza di stigmatizzarlo, nasce l’iniziativa di Fabrizio Labanti che ha coniato un termine ad hoc.
Un grido di rispetto
Chi non conosce qualcuno che ha pochi capelli, o semplicemente non li ha? Il problema della calvizie può essere legato a molteplici aspetti: la genetica, l’alopecia, delle cure mediche particolarmente complesse. Le ragioni della calvizie possono essere tante ma non tutti conoscono un retroscena infelice, che spesso coinvolge chi soffre di questa condizione: il tricobullismo. Il termine è stato coniato da Fabrizio Labanti, professionista nel settore dell’infoltimento capillare, che ha lanciato un’iniziativa contro il bullismo legato alla perdita dei capelli: Stop Tricobullismo. “Vedere ogni giorno la sofferenza delle persone a causa di commenti derisori mi ha convinto: il tricobullismo esiste ed è ora che la società ne prenda coscienza,” afferma Labanti. “La mia iniziativa non è solo una campagna di sensibilizzazione, ma un grido di rispetto.”
Abbattere gli stereotipi
Secondo Fabrizio Labanti, il tricobullismo è un attacco alla libertà di essere come si è. Si deve prendere atto di questa forma di violenza, così come avviene per le altre forme di body shaming. Serve una legge che tuteli chi soffre di calvizie o alopecia e creare delle azioni di supporto a favore delle vittime, sanzionando i comportamenti denigratori. Per questo è indispensabile anche sensibilizzare la società sul problema attraverso l’istituzione di una “Giornata Nazionale contro il Tricobullismo” e campagne da realizzarsi presso le scuole. Il termine ‘pelato‘ non dovrebbe mai essere usato con un’accezione denigratoria. “Insieme possiamo abbattere gli stereotipi, e con la giusta consapevolezza possiamo far emergere un rispetto nuovo, una comprensione diversa delle persone”, dice Labanti, che ha lanciato una raccolta firme al seguente link: https://www.fabriziolabanti.it/uniti-contro-il-tricobullismo