Martin Scorsese, ospite da Fabio Fazio a Che tempo che fa, in onda sul Nove, parla del rapporto con Robert De Niro e Leonardo DiCaprio. Il cineasta, candidato a dieci premi Oscar per Killers of the Flower Moon, si racconta in collegamento da Londra.
De Niro e DiCaprio
“È stato emozionante anche perché è stato Bob a presentarmi Leo”, spiega Martin Scorsese che, per la prima vota, ha scelto di unire i talenti di Robert De Niro e Leonardo DiCaprio nello stesso film. “C’è un rapporto padre\figlio tra di loro, anche in questo film. Lo abbiamo girato fidandoci l’uno dell’altro”. Killers of the Flower Moon è stato, dunque, un prodotto di una solida collaborazione artistica. “Io e De Niro abbiamo ottant’anni – ci siamo conosciuti che ne avevamo sedici, per me era semplicemente Bobby – tendiamo a essere riflessivi. A Leo – che ha il viso perfetto per il cinema, misterioso e allo stesso tempo comunicativo – piace discutere. E può andare avanti per giorni. Vanno bene tutti e due i modi”.
“Killers of the Flower Moon”
“Ho voluto realizzare una storia d’amore che riflettesse il macrocosmo di quello che è successo agli indiani d’America”, spiega Martin Scorsese del suo ultimo film candidato a dieci premi Oscar. “Sono partito dal risentimento culturale e razziale degli americani nei confronti della ricchezza degli Osage. Un risentimento che li ha portati a fare di tutto per controllare le loro risorse. Era un modo per americanizzare i nativi americani”.
Martin Scorsese si sofferma anche a ricordare il suo passato: “Sono cresciuto per strada a New York. E non era un posto facilissimo: c’erano persone gentili ma anche criminali e malfattori”. Poi il cineasta rivela: “Avevo un rifugio: il cinema vicino alla cattedrale di San Patrizio. Lì mi sono fatto le prime domande: chi sono gli esseri umani? Di cosa sono capaci? Sono le domande che ancora mi sto facendo”.