Josh Hartnett: “Hollywood è dannosa per la salute mentale”

"Abbiamo una piccola fattoria e i miei figli adorano la libertà e gli animali".

Protagonisti

Josh Hartnett lo ricordiamo in Pearl Harbor o in Black Dalila, ai tempi del suo fidanzamento con Scarlett Johansson. Il suo è stato un successo veloce e quasi prematuro. Oggi, a quarantasei anni, vive in Inghilterra, nell’Hampshire, con la moglie Tamsin Egerton, i figli e le galline. Ed è felice di aver abbandonato Hollywood.

Lontano da tutto e tutti

Josh Hartnett ha parlato con Vanity Fair di come la sua notorietà stesse invadendo la sua vita privata e di come questo lo abbia spinto ad allontanarsi dagli Stati Uniti. “Ho fatto dei passi indietro, sono stato lontano dalla stampa, dai paparazzi e dalle luci della ribalta perché semplicemente non pensavo che fosse un bene per la mia salute mentale“, ha raccontato. “La mia famiglia in Inghilterra è felice. Abbiamo una piccola fattoria e i miei figli adorano lo spazio, la libertà e gli animali. Mi piace che la gente qui ami la campagna e adoro la vicinanza al resto d’Europa e la possibilità di viaggiare facilmente.” Dopo aver recitato, l’anno scorso, nel film Oppenheimer, lo vedremo dal 7 agosto al cinema in Trap di M. Night Shyamalan.

Film indipendenti o a basso budget

Trap racconta la storia di The Butcher, il macellaio, un killer che accompagna la figlia a un concerto di una cantante pop, Lady Raven (Saleka Shyamalan, figlia del regista). Il killer si accorge che l’evento è una trappola ordita dalla polizia per prenderlo. “Questa per me è una svolta” dice Josh Hartnett. “Shyamalan ha fatto sapere che voleva parlare con alcuni attori, tra cui io. Ci siamo incontrati a Dublino, dove lui produceva un film, e ci siamo trovati in sintonia. Il problema è che è successo poco prima dell’inizio dello scioper di Holliwood quindi poi si è tutto bloccato. Finita la protesta, ci siamo incontrati di nuovo e abbiamo scoperto che avevamo letto gli stessi libri e avevamo le stesse idee su quello che volevamo dal personaggio. Shyamalan mi ha lasciato libero di sviluppare il personaggio. Dopo ‘Oppenheimer‘, ‘Trap’ è di nuovo un film ad alto budget, grande produzione, quindi anche grande promozione. Ed è il mio primo ruolo da protagonista in un’opera di queste dimensioni. La maggior parte dei film a cui ho preso parte negli ultimi venti anni sono stati o indipendenti o a basso costo. Per me alla fine contano le persone con cui si lavora.”

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