Giacomo Giorgio: “Si fanno troppe classificazioni”

"La disparità salariale tra uomo e donna è terrificante".

Giacomo Giorgio Nel mio mestiere si fanno troppe classificazioniGiacomo Giorgio Nel mio mestiere si fanno troppe classificazioni
Protagonisti

Giacomo Giorgio, noto per il suo ruolo di Enrico nella serie Belcanto e ha condiviso le sue esperienze e riflessioni in un’intervista a Fanpage. Quando interpretava Ciro Ricci in Mare fuori, non si identifica nella cattiveria: “Quel personaggio non sei tu, ma sì: devi fare i conti con la tua cattiveria interiore. Trovo interessante questo processo, perché consente di andare ad indagare un po’ meglio sé stessi, conoscersi e mettersi davanti allo specchio. Significa capire che quel lato che è venuto fuori è comunque tuo e va accettato”.

Disparità tra uomo e donna

L’attore ha descritto l’esperienza sul set come estremamente positiva, sottolineando l’importanza di un forte spirito di collaborazione tra regista e attori: “La chiave è capire quale è il tuo ruolo, rimanerci e dare il 100%. ‘Belcanto’ e ‘Mare fuori’ hanno in comune il movimento all’unisono di regista e attori. C’è poi la dimensione del divertimento insieme, quando i set sono pesanti poi i progetti non vanno mai bene. In ‘Belcanto’ ci siamo divertiti tantissimo, ho girato delle scene che non mi ricapiteranno più nella vita. Una causa per cui Giacomo Giorgio sarebbe disposto a combattere: “La disparità salariale tra uomo e donna, nel mio mestiere è terrificante. Parlo anche di opportunità, ci sono molti più ruoli per attori uomini che per attrici. Anche nel mio piccolo ci sono delle cose per le quali vale la pena lottare, che può essere anche solo dire di no a qualcuno o a qualcosa”.

Troppa ghettizzazione

Giacomo Giorgio ha espresso la sua insoddisfazione per le etichette che spesso vengono associate agli attori: “Non mi piace né astro nascente del cinema, né della tv, né del teatro. Voglio essere una persona che possibilmente fa bene il suo lavoro, il più a lungo possibile e al meglio delle sue capacità. C’è troppa ghettizzazione nel mio mestiere, si fanno troppe classificazioni. Già fare il mestiere dell’attore significa fuggire da una realtà piena di pesantezza e responsabilità. Questo lavoro permette di giocare a essere chi non sei per tutta la vita, mi basta per rimanere giovane. È una necessità, se non facessi l’attore non me ne fregherebbe niente. È solamente un’esigenza tecnica. La verità per chi fa il mio mestiere deve rimanere personale. Se qualcuno conoscesse realmente come sono, poi non mi crederebbe più vedendomi nelle vesti di Ciro o di Enrico“.

Share