Dalila Di Lazzaro: “La famiglia è cambiata”

“Ho il cuore pieno di gioia, ma nello stesso tempo mi viene da piangere”.

Dalila Di Lazzaro: “La famiglia è cambiata”Dalila Di Lazzaro: “La famiglia è cambiata”
Protagonisti

Dalila Di Lazzaro ha esultato alla decisione della Corte Costituzionale che ha definito incostituzionale il comma dell’articolo che impediva ai single le adozioni internazionali di minori. L’attrice negli anni Novanta provò per diverso tempo ad adottare un bambino nonostante non fosse sposata, ma le leggi non lo permettevano.

Conforto nella chiesa

Ho il cuore pieno di gioia, ma nello stesso tempo mi viene da piangere, mi sono battuta per anni e mi sono scontrata con muri insormontabili. Per me sarebbe stata una gioia immensa”, ha sottolineato Dalila Di Lazzaro, madre di un figlio di quindici anni che nel 1992 perse la vita in un incidente. In un’intervista al Corriere della Sera l’attrice si confida e rivela che cercò conforto nella chiesa, frequentando orfanotrofi gestiti da suore e andando a trovare i bambini che si trovavano negli istituti. “Davo qualche soldo alle suore, loro facevano dire messe per mio figlio, i bambini mi si accalcavano attorno e mi riempivano il cuore. Una volta una bimba dolcissima mi supplicò: ‘Portami via con te’. Mi si strinse il cuore. Io avrei voluto portarli tutti con me”.

Una lunga battaglia

Da quel momento Dalila Di Lazzaro tentò di ‘cambiare le leggi’. “Mi spendevo senza fermarmi perché era una battaglia giusta, un bambino lasciato in orfanotrofio sarebbe ben felice di vivere anche con un solo genitore. Con qualcuno che lo ami. Se una donna oggi lavora e dimostra di essere in grado di accogliere e crescere un bambino ma non è sposata, perché non può sperare di donare amore adottando? Ma anche un uomo, oggi molti dimostrano di essere in grado di allevare un bambino. Io lo dicevo, guardate che la famiglia non è più quella di una volta, ci sono tanti genitori single”. Ma l’attrice aveva “tutti contro o almeno quasi tutti. Eppure mi sembrava così assurdo. Io andavo spesso in America, avevo amici e lì si poteva adottare da single, e non soltanto bambini malati o con disabilità. In Italia siamo sempre indietro di almeno venti anni”.

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