Concita De Gregorio si trovava in spiaggia, come da lei stesso raccontato nell’articolo pubblicato da La Repubblica, quando dopo aver rifiutato diverse attività ludico-sportive si è trovata sola, in ascolto. Ha colto dunque un discorso tra madre e figlia piuttosto particolare sui personal trainer. La premessa è che “se non hai un personal trainer non sei nessuno”. Dalla prospettiva di quel nessuno, spiega la giornalista, scegli di commentare l’argomento con ironia.
Il siparietto madre-figlia
“’Se non hai un personal trainer non sei nessuno‘, ho sentito dire l’altro giorno in spiaggia. Stavo distesa su un lettino, vestita, all’ombra. Fingevo di dormire per evitare anche la più remota possibilità di essere coinvolta in qualche attività ludico sportiva collettiva”. La giornalista comincia così a spiegare la sua esperienza d’ascolto. “Se non hai un personal trainer non sei nessuno, diceva all’altra una delle due. È quindi da “nessuno” che vi parlo. Capisco bene – tardivamente, al solito – di essermi privata di una grande risorsa. Sentimentale, reputazionale, sociale e politica. Mi sono messa in un angolo da sola”, ironizza. “Già avevo schifato le punturine, inimicandomi moltitudini coese. Le sgambate all’alba quando è fresco, i diecimila passi di salute di cui si compiace il telefono al polso. Ho proprio evitato il telefono al polso”.
Il personal trainer è il nuovo fidanzato
“Vedo ora però che il personal trainer è, nell’ordine: un potenziale e comodissimo nuovo fidanzato. È già lì che ti tocca, ti tiene, si prende cura di te. Lo vedi più di tua madre”, sottolinea la giornalista. “È un formidabile motivatore, ti chiama Dea, Regina. Ammira i tuoi progressi, che d’altra parte dipendono da lui. È lui l’artefice”. Poi il discorso si estende toccando il valore reputazionale derivato dall’avere un personal trainer. “Il vantaggio sociale, poi, e reputazionale. Avere lo stesso personal trainer di un famoso ti catapulta nella sua orbita, o quanto meno nella sua palestra. Sai: un incontro casuale nello spogliatoio, uno scambio di cerotti colorati, un piano vitaminico. A volte ne discendono carriere, posti di lavoro nello staff. Infine, la dimensione politica”.