Il clamore mediatico che continua a crescere intorno al caso di Sean Diddy Combs solleva anche quesiti importanti sul mondo dello star system. Elon Musk, su X, ha dato voce alla domanda che molti si pongono negli ultimi giorni: “In quanti erano a conoscenza dei fatti?”. Insieme agli interrogativi sorgono anche racconti audio-visivi, come il documentario di 50 Cent, realizzato per Netflix.
Una domanda scomoda
“Quanti personaggi dello spettacolo erano a conoscenza dei fatti?”, Elon Musk così verbalizza una domanda che aleggia nell’aria nel mondo dello star system. Il caso di Sean Diddy Combs, infatti, oltre che suscitare sconcerto, ha anche messo in evidenza alcuni nomi di celebrità hollywoodiane. Insieme alle migliaia di bottiglie di olio per bambini rinvenute nelle abitazioni di Combs, infatti, sono anche stati diffusi nomi di celebrità fotografate in compagnia del rapper ai suoi White Party. Tra questi Leonardo DiCaprio, Mariah Carey, Paris Hilton, Kim Kardashian, Sarah Jessica Parker, Jennifer Lopez e Justin Bieber. La domanda sorge nel momento in cui continuano a pervenire testimonianze e nuove accuse: ben centoventi per violenza sessuale. Il polverone sollevato dal caso di Puff Daddy continua a crescere, spargendo ombre sullo star system.
Il documentario di 50 Cent
Cominciano anche a nascere i documentari. Capostipite, l’opera di 50 Cent per Netflix diretta da Alexandria Stapleton. L’annuncio da parte di 50 Cent sulla realizzazione della docuserie risale a dicembre 2023. A quell’epoca Sean Diddy Combs era stato accusato da quattro donne, a cominciare dalla ex Cassie Ventura. “È una storia complessa e copre decenni, non solo i titoli di giornale o i video che si sono visti finora”, hanno spiegato 50 Cent e Stapleton a Variety. “Siamo fermamente intenzionati a dar voce a chi voce non ha e a presentare punti di vista autentici e pieni di sfumature. Sean Combs è accusato di cose inquietanti, ma invitiamo tutti quanti a ricordare che la sua storia non coincide con quella dell’hip hop e della sua cultura. Vogliamo far sì che le azioni di un individuo non mettano in ombra i più ampi valori culturali”. I proventi della docuserie dovrebbero essere devoluti, secondo quanto sostenuto, alle associazioni che difendono le vittime di violenza sessuale.