Gli auguri di buon compleanno vanno a Boy George che compie oggi 63 anni (Londra, 14 giugno 1961). Con un look stravagante e androgino, un volto carico di make-up e una capacità unica di trasformare la sua immagine a ogni nuovo progetto, Boy George è stato un’icona degli anni Ottanta con i suoi Culture Club e il simbolo della new wave inglese che, in quel periodo, ha rivoluzionato la musica e il costume, insieme ad altre leggende della musica come David Bowie e Marc Bolan. Dopo il successo degli anni Ottamnta di brani sotrici quali Do You Really Want To Hurt Me e Karma Chameleon, ha inciso e prodotto dischi fino al 2018. Oggi è uno dei DJ più apprezzati del panorama dei club britannici e continua a far scatenare fan nostalgici e nuovi supporter nei locali più prestigiosi del mondo.
Curiosità e vita privata
Boy George, all’anagrafe George Alan O’Dowd, nasce in una numerosa famiglia di origini irlandesi. Fin da giovane mostra una spiccata propensione per la musica e viene notato da Malcolm McLaren, manager dei New York Dolls prima e dei Sex Pistols poi. Inizia così a esibirsi in diversi locali della città con il soprannome di Lieutenant Lush, impressionando il pubblico con la voce soul e potente. Ben presto, però, si distacca dal talent scout e comincia a imporsi come solista e leader di band. Facilitato dai lineamenti androgini, propone poi look caratterizzati da un make-up pesante, dando vita a uno degli “scontri di immagine” più iconici degli anni Ottanta con Pete Burns, frontman dei Dead or Alive.
I Culture Club
Dopo una breve esperienza insieme al bassista Mikey Craig, Boy George fonda un nuovo gruppo musicale chiamato Culture Club e una loro demo arriva nelle mani dei discografici della Virgin Records. Firmato il contratto, gli artisti raggiungono anche il mercato statunitense e pubblicano il primo album Kissing To Be Clever nel 1982. Il riscontro è immediato e in un attimo l’artista si trova in vetta alle classifiche grazie al singolo Do You Really Want to Hurt Me. I Culture Club diventano poi la prima band britannica dopo i Beatles a entrare con ben tre canzoni nella Top Ten della Billboard Hot 100. Tra il 1983 e il 1984 vivono il periodo di massimo splendore con dischi come Colour By Numbers e hit quali Karma Chameleon, Miss Me Blind e It’s a Miracle.
L’esperienza solista
Boy George fa il suo esordio da solista nel 1987 con l’album Sold che ottiene un grande successo soprattutto in Italia. Lo stesso fa poi il singolo Everything I Own, che apre le porte a un nuovo capitolo discografico. L’inizio degli anni Novanta segna il ritorno al successo di Boy George grazie alla cover di The Crying Game (brano scritto da Dave Berry), utilizzata nel film La moglie del soldato. Subito dopo, Boy George inizia a concentrarsi maggiormente sulla carriera da DJ, diventando uno dei più apprezzati e alternativi della scena dance mondiale. I progetti discografici si fanno invece più rari. Nel 2018, invece, l’album Life riporta il cantante alle origini, in compagnia degli storici Culture Club.
Dichiaratamente bisessuale, Boy George ha avuto una relazione per diversi anni con il batterista dei culture Club Jon Moss.
Frasi celebri
“La ricompensa per chi adempie ad un dovere è la capacità di adempierne un altro”.
“Puoi avere tutto l’oro del mondo ma se non hai nessuno da amare non esiste nessuna ragione di vita”.
“Non sono innamorato, ma sono aperto alla persuasione”.
“Cerco di esistere in un mondo dove c’è libertà di opinione, dove è permesso fare battute. Non voglio vivere in un mondo di computer in cui a nessuno è permesso dire nulla”.
“Preferirei una tazza di tè piuttosto che fare sesso”.