Baby Reindeer non smette di far discutere ma non si tratta degli episodi della serie. Fiona Harvey, presunta vera stalker a cui si ispira il personaggio della serie streaming, avrebbe fatto causa a Netflix per la cifra di 170 milioni di dollari. La minaccia della donna che da tempo circolava contro il canale streaming per violazione della privacy è diventata realtà.
Le accuse
Fiona Harvey aveva dichiarato pubblicamente che il personaggio di Martha in Baby Reindeer (interpretato da Jessica Gunning) è basato su di lei. La donna, che aveva minacciato di prendere provvedimenti in merito, è passata all’azione, denunciando Netflix. La causa è stata depositata giovedì presso il tribunale distrettuale degli Stati Uniti per il distretto centrale della California. Si legge nelle accuse della Harvey: “Le bugie che gli imputati hanno raccontato su Harvey a oltre 50 milioni di persone in tutto il mondo includono che Harvey è una stalker condannata due volte a cinque anni di prigione e che Harvey ha aggredito sessualmente Gadd”.
E ancora si sostiene che la diffusione di tali bugie sia stata funzionale per gli imputati a guadagnarne un profitto. Infine: “Come risultato delle bugie, degli illeciti e della cattiva condotta assolutamente sconsiderata degli imputati, la vita di Harvey era stata rovinata. Semplicemente, Netflix e Gadd hanno distrutto la sua reputazione, il suo personaggio e la sua vita”. Per queste ragioni, che vanno dalla diffamazione all’inflizione intenzionale di disagio emotivo, insieme a negligenza e violazione, Fiona Harvey chiede come risarcimento a Netflix una somma pari a 170 milioni di dollari.
Le indagini degli utenti e la richiesta di stop di Gadd
Il pubblico di Baby Reindeer non solo si è appassionato alla serie ma anche all’attività di ricerca per cercare di scovare i personaggi della storia nella vita reale. Oltre la presunta Martha, individuata nella persona di Fiona Harvey grazie anche all’intervista di Piers Morgan su YouTube, il pubblico avrebbe identificato anche il personaggio che nella serie abusa sessualmente del protagonista. Secondo le indagini web si tratterebbe di Sean Foley, attore, scrittore, regista e amico di Gadd. Per via delle numerose accuse e minacce ricevute online, l’uomo è stato costretto a rivolgersi alle autorità. Dopo questo episodio Richard Gadd ha deciso di lanciare un appello sui social: “Per favore, evitate speculazioni su chi potrebbero essere le persone della vita reale. Non è questo lo scopo della nostra serie”. Anche nell’intervista a The Hollywood Reporter l’attore ribadisce: “Se avessi voluto che si trovassero le persone vere, avrei fatto un documentario”.
Lo stop sembra essere rimasto inascoltato e ad ogni modo Netflix sarà costretta a difendersi dalle accuse della Harvey. “Intendiamo difendere questa questione con forza e sostenere il diritto di Richard Gadd di raccontare la sua storia”, ha dichiarato un portavoce dell’emittente.