Angelina Mango parla del rapporto complesso che ha con il suo aspetto fisico e rivela alcuni aspetti inediti del suo passato e delle difficoltà di avere un nome d’arte.
Una nuova prospettiva
“Avevo una convinzione: la mia storia era già nota, il mio cognome mi precedeva”, ha raccontato la vincitrice del Festival di Sanremo 2023 in un’intervista a Vanity Fair. “Non ero da scoprire. Negli occhi di chi mi conosceva per la prima volta leggevo il mio passato. E allora perché parlarne, non ne vedevo l’utilità. Poi, ho capito che avevo qualcosa di inedito: la mia prospettiva. È una conquista recente, dell’ultimo anno”. Angelina Mango è figlia del cantautore Pino Mango (scomparso nel 2014) e Laura Valente (voce storica dei Matia Bazar). “Non mi stupisce quando mi dicono che sono qui solo per il mio cognome. Ma chi mi ascolta non ha questo tipo di pregiudizio nei miei confronti”, ci tiene a precisare. “Nessuno è costretto ad ascoltare nessuno. Non c’è niente di più sincero del rapporto tra il pubblico e l’artista. In casa era naturale parlare di musica, occuparsi di musica, vivere di musica. Io la respiravo. Sapevo che sarebbe stato il mio futuro e sognavo altro: la danza, la carriera da ricercatrice“.
Una generazione libera
Angelina Mango ha poi rivelato di avere un rapporto complicato con il suo corpo. “Questo mestiere mi porta ad avere un contatto continuo con la mia immagine”, ha sottolineato la cantante. “Non sono una campionessa di autostima, per cui è difficile. Non sono una giovane donna risolta, non so se mai lo sarò, però ci sto lavorando con il supporto di più persone possibili“. Infine, racconta di com’è la sua generazione: “È libera, aperta, elastica. Affronta ogni argomento senza vergogna: i traumi, i disagi, l’amore, i sentimenti… E poi, scende in piazza, preferisce uscire invece che frequentarsi online, va ai concerti piuttosto che chiudersi in un mondo virtuale“.