Angelina Mango, attualmente impegnata nel suo tour estivo, si racconta e parla delle sue origini, della sua famiglia e del senso di libertà della sua generazione.
Ricordi del passato
Angelina Mango ha rilasciato un’intervista a Vanity Fair, regalando alcuni spaccati sul papà Pino e sul suo rapporto speciale con i fan. Rammenta di un episodio che le è rimasto particolarmente impresso: “Da piccola, con la mamma e mio fratello aspettavamo mio padre dopo ogni suo concerto in camper. L’attesa poteva durare anche due o tre ore. Una sera ero stanca, volevo andare a casa, mi sono lamentata e ricordo che lui mi ha detto: ‘È grazie a loro che abbiamo questa vita bellissima. È giusto che io saluti i fan uno a uno, fino a notte fonda’“. La fama del padre e la conseguente esposizione mediatica della famiglia lei non l’ha mai subita e infatti dice: “Se avessi avuto un carattere diverso, l’esposizione mi avrebbe fatta soffrire. Invece da piccola cercavo attenzioni, mi piaceva disturbare, e riuscivo a cogliere la normalità negli occhi che mi guardavano in modo differente”.
Essere la “figlia di”
Tuttavia, la celebrità è qualcosa con cui anche Angelina Mango ha dovuto fare i conti, misurandosi con risvolti non sempre positivi. “Se prendevo dieci in un tema a scuola era perché ero ‘la figlia di’, non perché ero una secchiona, una secchiona buona che lasciava copiare. Oggi non mi stupisce quando mi dicono che sono qui solo per il mio cognome. Ma chi mi ascolta non ha questo tipo di pregiudizio nei miei confronti. Nessuno è costretto ad ascoltare nessuno. Non c’è niente di più sincero del rapporto tra il pubblico e l’artista. Appartengo a una famiglia della musica, è un dato di fatto. Sono riuscita a viverlo con naturalezza, ho conosciuto tante persone, già a dodici anni sono entrata in uno studio di registrazione per duettare con mio padre e ho potuto cantare nella cover band di mio fratello Filippo“. La cantante, che ha ventitré anni, rappresenta la sua generazione con fierezza e ne parla con entusiasmo. Ricordando di quando ha baciato una ragazza racconta: “È il bello della mia generazione: è libera, aperta, elastica. Affronta ogni argomento senza vergogna: i traumi, i disagi, l’amore, i sentimenti… E poi, scende in piazza, preferisce uscire invece che frequentarsi online, va ai concerti piuttosto che chiudersi in un mondo virtuale“.