Sembra un uomo diverso Andrea Iannone, rientrato in pista tre mesi fa, dopo la squalifica per doping costatagli quattro anni di fermo. Il pilota, attualmente fidanzato con Elodie, di cui però non vuol parlare, è ambasciatore del motomondiale femminile, nel quale si sfidano 24 pilote provenienti da 18 nazioni differenti.
Anche un casco nuovo
Le novità partono dal casco, su cui Andrea Iannone ha fatto riportare una frase particolare: “Only one race, human race” (esiste una sola razza, quella umana, dove però race significa anche gara): “Una mia idea, ispirata dalle parole di Einstein“, dichiara il pilota. “Il simbolo della pace, i colori dell’arcobaleno. Sono tempi difficili: non apro più Instagram per evitare di vedere immagini di guerra, bimbi che muoiono. Con tanta visibilità, mi sembra giusto mandare almeno un messaggio: solo rispettando gli esseri umani – a prescindere dal colore della pelle, dall’orientamento sessuale, dalle idee politiche, dalla religione – si potrà riavere un po’ di serenità”.
Il ruolo di ambasciatore ed il ritorno in pista
Dopo un periodo piuttosto lungo di fermo, dovuto al test antidoping risultato positivo, Iannone è ritornato in pista riportando un settimo posto a Misano proprio ieri: “Tornare in pista era la cosa più importante, il modo in cui sono riuscito a farlo non era scontato. Mi sarei accontentato di finire nei primi 10-12, invece rieccomi davanti: c’è un grande margine di miglioramento, sono in piena sintonia con la squadra e ho tutto da imparare“.
Il suo ruolo però non avviene solo in veste di pilota di ambasciatore del Motomondiale femminile, un evento inedito, partito proprio da Misano: “Sono anni che le ragazze corrono in mezzo ai maschi — e in alcuni casi danno la paga agli uomini – ma il nostro è uno sport molto fisico: una moto pesa 140-150 kg. Dorna ha deciso di fare un campionato solo femminile e io sono onorato di essere stato coinvolto”.
Aspettative future
Intanto Iannone, visto il buon risultato, pensa al futuro con uno sguardo al MotoGp di Liberty Media: “Non mi mancano l’ambizione, la grinta o la follia, per tornare in quel mondo. Sto bene, ma sarei curioso di cosa potrei fare di nuovo in MotoGp in sella a una Ducati Pramac. E se ti togli una curiosità, vivi meglio. Non penso di essere nei piani di Borgo Panigale, ma so che Paolo Campinoti (proprietario del team Pramac, ndr) sarebbe felice di riavermi”.