Victoria Swarovski: “Volevo qualcosa per me stessa”

Figlia dell’impero Swarovski spiega di essere sempre stata una gran lavoratrice.

Victoria Swarovski: “Volevo qualcosa per me stessa”Victoria Swarovski: “Volevo qualcosa per me stessa”
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Victoria Swarovski, figlia dell’inventore dei brillantissimi gioielli, avrebbe potuto condurre una serena vita di rendita… forse anche due o tre. Ha invece scelto di inseguire i suoi sogni e di impegnarsi per realizzarli.  “Volevo qualcosa per me stessa”, ha spiegato nell’intervista a Vanity Fair. Per questa ragione, ha ammesso, è sempre stata un gran lavoratrice ed è felice di averlo potuto dimostrare al mondo.

Non solo gioielli

La carriera di Victoria Swarovski non fa parte del suo cognome, ovvero il suo successo non si limita all’eredità che le deriva dal brand Swarovski. L’ereditiera, infatti è una cantante pop, una presentatrice, e ha persino una sua azienda di cosmetici, Orimei. Dopo aver studiato finanza a Vienna e il trasferimento a Los Angeles, Victoria Swarovski si è impegnata per realizzare il suo sogno di lavorare come cantante, riuscendo a pubblicare i suoi singoli grazie anche all’aiuto della cantautrice Diane Warren. Oltre l’ambito della musica, quello della televisione la vede conduttrice di un talent show sulla televisione svizzera e austriaca. Victoria Swarovski non è mai stata, insomma, con le mani in mano ed è felice oggi di potersi dire una gran lavoratrice.

I traguardi personali

“So che all’inizio la gente mi guardava con sospetto, ma ho dimostrato che, pur provenendo da una famiglia molto, molto ricca, sono una gran lavoratrice. E questo piace”, spiega Victoria Swarovski che può dirsi soddisfatta di essere riuscita a realizzarsi oltre il suo cognome. “Non riesco a smettere di mettere insieme progetti e sapete… È una cosa che ho imparato dalla mia famiglia: se stai facendo bene, non puoi fermarti. È come un treno… non ci sono fermate”. Infine, come scrive Vanity Fair, “è molto orgogliosa di essere una Swarovski, una saga che, mi ricorda, ha più di un secolo di storia”.

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