Sassi e pietre adottati come animali domestici

In Corea del Sud "pet rocks" contro lo stress e la solitudine.

Sassi e pietre adottati come animali domestici.Sassi e pietre adottati come animali domestici.
Mondo Trash

Una tendenza particolare sta prendendo piede in Corea del Sud, dove gli adulti si rivolgono alle “rocce da compagnia” (pet rocks) come rimedio alla solitudine e al burnout sul posto di lavoro. Quello che una volta serviva come regalo scherzoso nell’America degli anni ’70, reso popolare dal dirigente pubblicitario Gary Dahl, ha trovato un nuovo scopo in tutto il Pacifico.

La vicenda ha acquistato notorietà dopo che il Wall Street Journal ha intervistato un dirigente d’azienda di nome Lee-So-Hee (33 anni) che ha adottato un sasso domestico dopo aver iniziato un nuovo lavoro a Seoul. Non voleva preoccupare i suoi amici o la sua famiglia per il suo peggioramento della salute mentale e sentiva che prendere un animale domestico sarebbe stata una responsabilità eccessiva per lei. Così Lee ha preso una roccia e l’ha chiamata “Bang-bang-i”, ispirandosi alla parola coreana che significa “saltare di felicità”, dichiarando che la roccia l’ha ispirato a superare momenti difficili: “C’era un senso di serenità, sapendo che questa roccia naturale aveva resistito molto nel corso del tempo fino a raggiungere il suo stato attuale”.

La tradizione del “Suseok”

In realtà, da molto tempo in Corea del Sud alcune pietre sono considerate portatrici di fortuna o relax. Al centro di questo fenomeno c’è il concetto di “suseok”, o roccia dello studioso, rinomata per le sue qualità di buon auspicio durante la dinastia Joseon. Originariamente simbolo di prosperità e raffinatezza, il suseok ha riacquistato popolarità durante il boom economico della Corea del Sud della fine del XX secolo. Tuttavia, la sua rinascita contemporanea è intrecciata con un cambiamento nella percezione, da simbolo di ricchezza a fonte di conforto in mezzo alle sfide moderne.

L’anno scorso, il Ministero per l’Uguaglianza di Genere e la Famiglia della Corea del Sud ha pubblicato un rapporto secondo cui il 3,1% dei coreani di età compresa tra i 19 e i 39 anni “vivono in uno spazio limitato, in uno stato di disconnessione dall’esterno e hanno notevoli difficoltà a condurre una vita normale”. Insieme all’aumento delle famiglie composte da una sola persona e al fatto che la Corea del Sud è conosciuta come uno dei paesi più oberati di lavoro dell’Asia e il quinto paese più oberato di lavoro al mondo, la solitudine e il burnout sono problemi di salute pubblica significativi nel paese. 

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