Odin, un uomo di 32 anni di Los Angeles, sceglie di sottoporsi a modificazioni del corpo anche estreme. La sua trasformazione, iniziata 12 anni fa, l’ha portato alla rimozione dei capezzoli e al prossimo obiettivo di farsi rimuovere l’ombelico. Lo scopo? Non essere considerato appartenente ad alcun genere né ad alcuna specie.
Operazioni e souvenir
Odin ha rilasciato delle dichiarazioni in esclusiva al Daily Star in cui ha raccontato la sua storia a partire dagli interventi subiti. “Mi sono tatuato gli occhi, mi sono tatuato le gengive, ho rimosso i capezzoli, ho impianti sottocutanei nei genitali, ho scarificazioni sul viso, sulle clavicole e sui polsi”. Una delle modifiche che l’uomo ricorda come la più dolorosa, soprattutto per la convalescenza, è stata la rimozione dei capezzoli: “Ero molto dolorante, avevo difficoltà a mantenere qualsiasi postura e ci è voluto molto tempo per guarire. Ci sono voluti diversi mesi per guarire completamente”. Tuttavia Odin chiarisce che quel dolore è valso la pena e di essere davvero felice delle sue scelte. Per altro l’uomo ha scelto di non sbarazzarsi completamente dei suoi capezzoli ma di conservarli in un barattolo. “Vale ancora la pena tenerli, semmai è come un piccolo trofeo”, spiega.
Il motivo delle scelte di Odin
Odin ha spiegato il motivo per cui ha deciso di rimuovere i capezzoli e, in generale, perché ha scelto di sottoporsi alle modifiche corporee: “È venuto dal fatto di essere una persona non binaria e di non voler realmente avere una rappresentazione di genere o anche necessariamente una rappresentazione umana in me stesso. Volevo, in un certo senso, annullare questo attaccamento all’essere percepito maschio, femmina o anche necessariamente umano”. Odin racconta anche della sua infanzia spiegando che sua madre era curatrice in un museo dove lui ha trascorso gran parte del suo tempo. La storia degli indigeni americani lo colpì particolarmente per via dei loro tatuaggi e delle modifiche del corpo ispirati alle tradizioni tribali. “Ho scoperto che c’erano molti aspetti davvero belli del simbolismo di diverse cerimonie o rituali… quindi quando sono cresciuto ho iniziato a esplorare la possibilità di creare i miei riti di passaggio, i miei rituali simbolici che erano separati da qualsiasi cosa di una tribù”.