L’attrice Francesca Chillemi, in un’intervista a Grazia, ha raccontato alcuni episodi dolorosi del suo passato, tra cui la terribile esperienza con uno stalker e le relazioni con ex partner possessivi. Francesca Chillemi ha raccontato di essere stata perseguitata da un uomo che la terrorizzava e la controllava a tal punto da dover cambiare casa.
Un’idea distorta dell’amore
Francesca Chillemi è pronta a tornare sul piccolo schermo a marzo con la seconda stagione di Viola come il mare. Il 18 febbraio ha debuttato a teatro con Il Giocattolaio, un thriller psicologico che affronta il tema delicato della violenza di genere della quale lei parla: “Ho avuto più di un ex che esercitava nei miei confronti un ipercontrollo. Pensavo che certi comportamenti fossero normali. Siamo cresciute con l’idea che quando stiamo con un uomo dobbiamo rinunciare alla nostra libertà, che la possessività sia sinonimo di amore. E mi è capitato anche di essere pedinata da un ragazzino: diceva che ero “sua”. Sono stata fortunata perché a un certo punto ha smesso di perseguitarmi. Ma all’epoca non ne parlai con nessuno, neppure con la mia famiglia, avevo paura.“
L’esperienza con uno stalker
Francesca Chillemi ha raccontato di aver subito la terribile esperienza di uno stalker che la perseguitava. Pur avendo denunciato l’accaduto, le autorità non hanno potuto intervenire per mancanza di prove concrete: “Perché siamo costrette a imparare sulla nostra pelle. Potremmo essere tutte Giulia Cecchettin. In passato, ho avuto a che fare con uno stalker. Mi mandava lettere nelle agenzie per cui lavoravo. Poi, un giorno, ha scoperto per caso il mio indirizzo di casa. Una signora che aveva un negozio sotto mi citofonò: “C’è un tipo strano che ti cerca, non aprire la porta”. Cinque minuti dopo il tizio suonò alla porta. Ero da sola, ero incinta. Rimasi pietrificata dalla paura. Ho denunciato alla polizia e sa che cos’è successo? Gli hanno mandato una lettera di ammonimento. Mi hanno spiegato che, siccome non aveva fatto nulla di male, non c’era modo di intervenire. Dopo due mesi, visto che non smetteva, ho dovuto cambiare casa.