“Fleximan” e gli autovelox distrutti

Dilaga il fenomeno: molti rilevatori di velocità abbattuti tra Lombardia e Veneto.

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Attualità e Cronaca

Tutto è iniziato con l’iniziativa di un vandalo seriale poi Fleximan. Poi il fenomeno ha generato una ‘moda’, dove diversi soggetti armati di mazze, petardi e ‘flex’ a batteria stanno distruggendo gli autovelox sulle strade del Nord Italia. Una decina i dispositivi fissi sulle comunali o statali danneggiati o segati in due tra Piemonte, Lombardia e Veneto, otto prima di Natale.

Le zone dei raid

Principalmente gli ‘attacchi’ si sono concentrati in Veneto, nella zona del Polesine, con un assalto anche all’autovelox sul Passo delle Giau, nel Bellunese, sopra Cortina, considerato tra i rilevatori di velocità più famigerati d’Italia grazie al mezzo milione di euro di multe messo a segno ogni anno. Proprio in questa regione dalla scorsa estate si è registrato un crescendo di episodi di danneggiamento dei dispositivi. A Cadoneghe, nel Padovano un potente petardo ha fatto fuori un autovelox osteggiato dai residenti che soltanto in un mese aveva collezionato 24 mila sanzioni. Un altro era diventato bersaglio di colpi di arma da fuoco.

I commenti sui social

Il sindaco di Val di Zoldo, Camillo De Pellegrin, ha scritto sui social: “Le azioni compiute da questo o questi soggetti oltre ad essere riprovevoli a prescindere, stanno ingenerando una situazione a mio parere molto pericolosa. Fleximan sui social è diventato una sorta di ‘eroe’. Il giustiziere degli automobilisti. Basta leggere i commenti agli articoli per rendersene conto: ‘Non so chi tu sia ma meriti un monumento… disobbedienza civile… non fermarti’, ‘una medaglia a questa persona’, ‘C’è un supereroe in Veneto’. E avanti così. Centinaia di messaggi”.

Il clima è davvero pericoloso e c’è una pesante escalation, ha invece affermato Luigi Altamura, comandante della Municipale di Verona, “perché si dimentica che, in Italia, la terza causa di incidenti gravi è la velocità. Noi cerchiamo di prevenire anche con gli autovelox”.

Fonte: Quifinanza

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